MASSINGER, Philip
Drammaturgo inglese, nato a Salisbury nel 1583, morto a Londra il 16 marzo 1640. Era figlio d'un dipendente dei conti di Pembroke; studiò a Oxford, ma nel 1606 lasciò l'università, per ragioni sconosciute, senza avere conseguito una laurea. Qualche anno più tardi era a Londra, presso l'impresario Henslowe, intento a scrivere commedie nell'ardente ambiente teatrale del tempo. Si hanno vaghe notizie di difficoltà e di guai in cui fu implicato, forse per la tendenza ch'egli ebbe a inserire nei suoi drammi allusioni a fatti e a personaggi politici contemporanei.
M. fu, come quasi tutti gli altri drammaturghi elisabettiani, fecondissimo, e secondo l'uso del tempo compose il più delle sue opere in collaborazione con altri, e particolarmente con John Fletcher. Ma a partire dal 1623, e forse sotto l'influenza dello studio delle opere di Shakespeare apparse in quell'anno nella prima edizione in-folio, egli sembra accentuare la propria indipendente personalità. Compose commedie, tragedie e tragicommedie romantiche, delle quali sopravvivono una quindicina, in cui l'analisi stilistica e metrica permette di riconoscere, se non la totale, almeno la sua preponderante paternità. Fra le commedie emergono The City Madam, A Very Woman, A New York to pay old Debts, che ebbero larghissima voga, specialmente l'ulima, in cui si trova il popolare personaggio di Sir Giles Overreach, riuscita figurazione di spilorcio usuraio ch'è rimasto un tipo immortale del teatro elisabettiano. In The Unnatural Combat, The Emperor of the East, The Roman Actor, Believe as you list, The Maid of Honour, The Bondman, M. rivela solide qualità costruttive e un impeto drammatico che spesso tuttavia diventa retorico e declamatorio. In The Unnatural Combat sono adombrate le vicende della famiglia Cenci; è questa una delle più tipiche ed estreme tragedie di eccidî, tutta ombre fosche, senza chiaroscuri.
I suoi difetti di enfasi e di ridondanza diventano manierismo decadente in The Guardian; mentre in The Virgin Martyr e in The Renegado M. ci offre spunti vigorosi e originali di dramma. In The Virgin Martyr (scritto in collaborazione con Th. Dekker) si narra il sacrificio d'una martire cristiana al tempo di Diocleziano; in The Renegado ci viene dipinto con colori nobilissimi il personaggio del gesuita Francisco; cosa questa insolita nel dramma elisabettiano, dove machiavellici e gesuiti, spesso stranamente contaminati, venivano presi di mira. Ma M. era, molto probabilmente, cattolico e libero dai consueti pregiudizî elisabettiani antilatini.
Spunti di storia o rappresentazioni d'ambiente italiano sono frequenti in M.; e specialmente in The Great Duke of Florence e in The Duke of Milan, ch'è uno dei suoi drammi migliori, in cui si ripete il tema di Iago e Otello, basandosi sulla truce storia di Beatrice di Tenda. Un altro dramma di M. venne recentemente messo in luce da A. H. Bullen. Si tratta dell'anonima Tragedy of sir John van Olden Barnavelt, che risulta essere opera giovanile di M. e di Fletcher. M. va considerato come uno dei maggiori continuatori di Shakespeare, dal quale fu notevolmente influenzato. Alla grande abilità tecnica e allo studio accurato della forma non unisce sempre una genuina ispirazione poetica. I suoi personaggi sono eroi o felloni, mostri o santi, senza calore di simpatia e di realtà umana. La sua moralità, fu detto, è meccanica; l'amore dei rigidi contrasti etici lo porta all'enfasi, al convenzionalismo e quasi all'annullamento d'ogni vera vita morale. Ma è da ammirarsi la serietà dell'opera del M., la cura ch'egli aveva per la dignità letteraria e per la correttezza tipografica dei suoi drammi. Si sa che curava personalmente la stampa delle proprie opere; simile a Ben Jonson, di cui ritrae qualche stato d'animo nelle commedie. Nei drammi romanzeschi M. segna, con John Ford, l'ultimo grande bagliore del teatro elisabettiano. I suoi versi sciolti sono pieni e sonori, ricchi di raffinatezze verbali, classicamente costruiti, e dovettero essere familiari a John Milton. Manca di umorismo e di finezza comica, cadendo talvolta nel grottesco e nel triviale. Forse ebbe mano con Fletcher nello shakespeariano Henry VII e in The Two Noble Kinsmen.
Ediz.: The Works of Massinger, a cura di W. Gifford (1813) e H. Coleridge (Londra 1840; nuova ed., 1859); raccolta di drammi nella Mermaid Series, con introduzione e note di Arthur Symons. Un'edizione critica completa delle opere di M., a cura di A. K. Mac Wraith, è in corso di stampa presso l'Oxford University Press.
Bibl.: A. H. Cruckshank, P. M., Oxford 1928; M. Chelli, Le drame de M., Parigi 1924; H. C. Makkin, M. and Fletcher, 1927; e i saggi di Swinburne, in Contemporaries of Shakespeare, 1908, e di T. S. Eliot, in The Sacred Wood, Londra 1920.