HOFFMAN, Philip Seymour
Attore cinematografico statunitense, nato a Fairport il 23 luglio 1967 e morto a New York il 2 febbraio 2014. Se agli inizi della sua carriera la fisicità molto caratterizzata lo relegò in parti secondarie, il notevole talento mimetico e la particolare sensibilità attoriale lo condussero poi all’interpretazione di protagonisti spesso complessi e disturbanti, decretandone il successo presso pubblico e critica, sancito dall’Oscar come miglior attore protagonista ottenuto nel 2006 per Capote (2005; Truman Capote - A sangue freddo) di Bennett Miller.
Presente sugli schermi sin dai primi anni Novanta, si fece notare nel 1992, accanto ad Al Pacino, in Scent of a woman (Scent of a woman - Profumo di donna) di Martin Brest, e nel 1997 in un piccolo ma divertente e toccante ruolo in Boogie nights (Boogie nights - L’altra Hollywood) di Paul Thomas Anderson, ambientato nel mondo dell’industria pornografica californiana degli anni Settanta e Ottanta. Diventato così un’icona del cinema indipendente, collezionò ruoli quasi sempre marginali, ma per registi e progetti importanti, come The big Lebowski (1998; Il grande Lebowski) di Joel ed Ethan Coen, Magnolia (1999) di Anderson, 25th hour (2002; La 25ª ora) di Spike Lee.
Nel 2005 fu il protagonista di Capote, in cui interpreta lo scrittore statunitense con notevoli mimetismo e padronanza. Da questo momento si sarebbero moltiplicati i ruoli significativi, e H. avrebbe ottenuto sempre maggiori riconoscimenti con una serie di personaggi dai tratti a volte inquietanti. Nel 2006 è a capo di una organizzazione di terroristi in Mission: impossible III di J.J. Abrams; nel 2007 è un uomo di apparente successo che, insieme al fratello minore (Ethan Hawke), organizza una rapina nella gioielleria dei genitori in Before the devil knows you’re dead (Onora il padre e la madre) di Sidney Lumet; è un frustrato professore alle prese con l’anziano padre malato in The Savages (La famiglia Savage) di Tamara Jenkins; un agente del la CIA, accanto a Tom Hanks e Julia Roberts, in Charlie Wilson’s war (La guerra di Charlie Wilson) di Mike Nichols, che gli valse la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. La sua profonda conoscenza del mondo del teatro, dove continuò sempre a lavorare, gli permise la riuscita interpretazione di un direttore teatrale ossessionato dal suo lavoro e dal timore della morte in Synecdoche, New York (2008) dell’affermato sceneggiatore Charlie Kaufman alla sua prima esperienza di regia; nello stesso anno impersonò un sacerdote accusato di pedofilia nel drammatico Doubt (Il dubbio) di John Patrick Shanley, accanto a Meryl Streep.
Dopo l’originale e divertente The boat that rocked (2009; I love Radio rock) di Richard Curtis, H. si cimentò nella regia con Jack goes boating (2010), una commedia centrata su un personaggio indifeso e fragile, da lui stesso interpretato.
Nel 2011 l’attore partecipò con un ruolo non da protagonista al thriller politico The ides of march (Le idi di marzo) di George Clooney, prima di impersonare il capo spirituale di una setta, figura probabilmente ispirata al fondatore di Scientology, in The master (2012), ancora una volta per Anderson, ottenendo la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia e una nuova candidatura all’Oscar. Nel 2013, nel ruolo dell’ambiguo Plutarch, fu nel ricco cast di The hunger games: catching fire (Hunger games - La ragazza di fuoco) di Francis Lawrence, sequel del film fantascientifico del 2011 Hunger games, ambientato in un futuro distopico, mentre l’anno successivo recitò come protagonista nella produzione indipendente God’s pocket di John Slattery, nella parte del padre di un operaio morto sul lavoro.
Dopo la sua morte, avvenuta probabilmente a causa di un’overdose, nel 2014 è uscito A most wanted man (La spia - A most wanted man), spy story atipica di Anton Corbijn dove H. mostra il suo talento nel ruolo di un agente dell’antiterrorismo che fa i conti con i suoi fallimenti dopo l’11 settembre. Grazie alle tecnologie digitali, che hanno permesso di ricreare una scena ancora da girare, l’attore è apparso anche nel terzo episodio della saga fantascientifica The hunger games - Mockingjay, Part 1 (2014; Hunger games - Il canto della rivolta, Parte 1), ancora per la regia di Lawrence.