piaggia
Dal latino medievale plagia, " pendio ", " terreno in pendenza "; subordinatamente " costa ", " spiaggia " (plagia maris): cfr. P. Aebischer, Précisions sur les origines lointaines du fr. " plage ", in " Vox Romanica " I (1936) 225-234; e la recens. di A. Schiaffini, in " Studi d. " XXI (1937) 180-182.
Nel significato di " terreno in pendenza ": If VII 108 In la palude va c'ha nome Stige / questo tristo ruscel, quand'è disceso / al piè de le maligne piagge grige, ossia ai piedi della scarpata che divide il quarto dal quinto cerchio infernale; Pg IV 35 Poi che noi fummo in su l'orlo suppremo / de l'alta ripa, a la scoperta piaggia: l'espressione designa la costa del monte non più scoscesa come l'alta ripa, anche se in pendio, e aperta alla vista dei due poeti, a differenza della via incassata nella roccia che essi avevano prima percorso (taluno però - Scartazzini, Casini-Barbi, Grabher, ma già a suo tempo il Buti - ha inteso per scoperta piaggia un vero e proprio ripiano, da cui prenderebbe slancio il resto della montagna).
Nel significato specifico di " pendio tra pianura e monte ": Cv III III 4 vedemo certe piante lungo l'acque quasi can[s]arsi, e certe sopra li gioghi de le montagne, e certe ne le piagge e dappiè monti; così anche in Rime C 47 la stagion forte ed acerba, / c'ha morti li fioretti per le piagge, " ha distrutto i fiori nei dolci pendii delle colline " (Barbi-Pernicone); analogamente LXI 4 per belle piagge volgere e imboccare (ma si veda il Barbi, Studi 163, ov'è preferita la lezione per bella piaggia). In If I 29 ripresi via per la piaggia diserta (ossia nel tratto in pendio tra la valle e la vera e propria erta del colle: Barbi, Problemi I 200-201, 235-236) e in II 62 l'amico mio... / ne la diserta piaggia è impedito, parte degl'interpreti ha ritenuto di ravvisare nell'immagine della piaggia diserta una significazione allegorica o metaforica, non altrimenti che nelle immagini della selva e del colle. Così il Bambaglioli, ripreso dall'Ottimo e da Pietro nelle redazioni tarde dei loro commenti, pensava al difficile cammino della virtù; mentre gli stessi Ottimo e Pietro nelle redazioni precedenti, seguiti da Benvenuto, dall'Anonimo, dal Landino fra gli antichi, e fra i moderni dallo Scartazzini, da Casini-Barbi, dal Vandelli, dal Sapegno e dal Mattalia, hanno visto nell'immagine un'allusione alla rarità delle conversioni dei peccatori. Più recentemente F. Mazzoni, fondandosi sul valore semantico di ‛ deserto ' in alcuni passi dell'opera dantesca (" ‛ mondo incolto ', privo di ogni lume e incapace di dare alcun frutto virtuoso ": cfr. Pg XI 14 e XVI 58, Ep V 3) e richiamandosi a testi di s. Agostino e di Ugo di San Vittore, ha riconosciuto nella piaggia diserta una metafora insieme universale e individuale: da un lato " il tragico presente del secolo che, privo delle Guide, è dominato dalla Cupiditas " e dall'altro " le intime difficoltà che nel cuore di Dante... si frapponevano pur anche (pel lungo immorare nel peccato attuale) all'appagamento di quel naturale desiderio di felicità, figurato dal colle " (Saggio di un nuovo commento alla D.C., Firenze 1967, 87-91).
Nel significato di " riva ", " spiaggia ": If III 92 Per altra via, per altri porti / verrai a piaggia, non qui, per passare (omesso l'articolo, come nella locuzione a riva di Pg II 40 e di altri luoghi): dove l'incertezza degl'interpreti riguarda l'identificazione della p., se debba cioè intendersi la foce del Tevere dove si raccolgono le anime destinate al Purgatorio (Grabher, Sapegno, Mattalia), oppure la spiaggia stessa del Purgatorio (Del Lungo), o più genericamente la riva dell'oltretomba (Porena, Chimenz); Pg II 50 ei si gittar tutti in su la piaggia; XVII 78 pur come nave ch'a la piaggia arriva; Fiore XXXIII 9 io allor m'ancolai a una piaggia.