pianificazione familiare
Progettazione delle modalità di formazione delle famiglie, attraverso la fase della formazione della coppia, della definizione del numero delle nascite, dei tempi e dei modi del loro distanziamento. Il significato corrente, tuttavia, si limita in genere alla sola pianificazione sulla prole e quindi fa riferimento principalmente a interventi volti a ridurre la natalità (➔). A livello familiare, risponde generalmente a esigenze economiche e lavorative. La p. f. può essere attuata anche tramite l’azione politica pubblica, con l’obiettivo di influenzare i comportamenti individuali e di coppia, tramite indirizzi e azioni di sostegno o scoraggiamento.
La necessità esplicita di tenere sotto controllo la crescita della popolazione, con una limitazione deliberata delle nascite, si è manifestata in tempi relativamente recenti. In gran parte dei Paesi occidentali a sviluppo avanzato, essa coincise sostanzialmente con la rivoluzione industriale nel 18° sec., alla quale si accompagnarono la rivoluzione igienico-alimentare e alcune scoperte fondamentali in campo medico e sanitario che determinarono una drastica riduzione della mortalità (➔). Il controllo delle nascite venne perseguito per tutto il 19° sec. essenzialmente contraendo il numero di matrimoni e ritardandone la celebrazione, nonché attraverso il rispetto di periodi di astinenza dall’attività sessuale; poi, nel 20° sec., con l’utilizzo di metodi anticoncezionali sempre più sicuri e affidabili e con il ricorso all’aborto.
Nelle restanti aree del mondo (Africa, Asia, America Latina, Oceania) questa trasformazione, nota con l’espressione ‘transizione demografica’, avvenne molto più tardi; fu solo negli anni 1970 che scoppiò la cosiddetta bomba demografica, cioè una crescita velocissima della popolazione che, a livello mondiale, raggiunse in pochi anni ‒ dal 1960 al 1974 ‒ i 4 miliardi di abitanti. Tale esplosione, date le limitate risorse disponibili del pianeta, destò un crescente allarme, e i Paesi occidentali intrapresero una serie di iniziative, volte a incoraggiare i governi delle nazioni delle restanti aree del mondo ad avviare programmi di p. familiare. Furono così promosse campagne, talvolta anche molte aggressive, per la diffusione dei metodi di controllo dei concepimenti e di mezzi anche più risolutivi, come la sterilizzazione. Tra questi, va ricordata la politica del figlio unico attuata in Cina per contrastare il fortissimo incremento demografico. Solo alla fine del 20° sec. si sono iniziati a notare i risultati delle politiche di controllo delle nascite, soprattutto negli Stati più popolosi (Cina e India), peraltro accompagnati da importanti progressi nella direzione dello sviluppo socioeconomico. Politiche di sostegno delle nascite nei Paesi occidentali e interventi di contenimento nei Paesi in via di sviluppo costituiscono il doppio binario dell’azione di p. f. nel mondo all’inizio del 21° secolo.