Piankhy
Re di Kush e primo sovrano della XXV dinastia egiziana (regno 747-716 a.C.). Proseguendo l’opera del padre Kashta, P. estese il suo potere oltre i confini del suo Paese su tutto l’Egitto. A Tebe impose la sorella Amenirdis come «divina adoratrice» e «sposa del dio Ammone», cariche religiose che permettevano il controllo politico di tutta la regione. Devoto di Ammone, di cui si dichiarava difensore, P. era sceso in Egitto per contrastare l’avanzata di Tefnakht, re di Sais che, raccolti intorno a sé gli altri principi libici del Basso Egitto, minacciava la Tebaide. Alla testa del suo esercito P. ottenne la resa di tutte le città lungo il Nilo. Solo Menfi resistette e dovette essere presa con la forza. P. fu riconosciuto sovrano dell’Alto e Basso Egitto. I suoi modelli erano i sovrani dell’Antico Regno e l’ordine cosmico che avevano stabilito. Gli eventi della campagna militare furono scritti su di una stele fatta erigere nel tempio di Ammone a Napata. Dopo la vittoria P. tornò a Napata dove restò fino alla morte. Fu seppellito nel cimitero degli antenati ad al-Kurru, in una tomba sormontata da una piramide; poco distante furono inumati i suoi cavalli.