Baker, piano
Piano proposto nell’ottobre 1985 dall’allora segretario del Tesoro USA J. Baker per alleggerire il debito estero di un gruppo di Paesi in via di sviluppo particolarmente indebitati. A 3 anni dall’agosto 1982, momento in cui la sospensione dei pagamenti del debito da parte del Messico aveva innescato la grande crisi debitoria degli anni 1980, il piano proponeva un nuovo approccio alla soluzione del problema: le banche avrebbero aiutato i Paesi debitori mantenendo o anche aumentando le linee di credito, per favorirne lo sviluppo e consentire così la riduzione dell’indebitamento in termini relativi. Era previsto che i beneficiari, 15 Paesi in via di sviluppo, attuassero politiche strutturali per favorire la crescita.
Il piano ebbe il merito di spostare l’attenzione, nella ricerca della soluzione, dall’aggiustamento esterno allo sviluppo, dalla restrizione della domanda all’espansione dell’offerta, dal breve al lungo periodo. Tuttavia, non raggiunse i suoi obiettivi, per la mancanza di strumenti adeguati a indurre le banche a mantenere o accrescere l’esposizione nei confronti di Paesi che, nonostante le politiche strutturali, rimanevano ad alto rischio. Alcuni elementi del piano B. vennero ripresi nel successivo piano di Brady (➔ Brady, piano di).