piastrinopenia
Condizione clinica caratterizzata da una riduzione del numero delle piastrine nel sangue venoso periferico.
Le cause di una p. possono essere divise in cinque gruppi principali: p. da ridotta produzione, dovuta a ridotta produzione midollare dei megacariociti (per infiltrazione del midollo osseo da parte di tumori, per aplasia midollare, per infezioni), o da ridotta produzione delle piastrine (per carenza della vitamina B12 o di acido folico, per sindromi mielodisplastiche); p. da aumentata distruzione delle piastrine, da cause immunologiche (dovute ad autoanticorpi) e non immunologiche (pazienti portatori di protesi intravascolari); p. da aumentato consumo, in corso di coagulazione intravascolare disseminata (➔ CID); p. da aumentato sequestro, nelle condizioni di splenomegalia o in caso di emangiomi; p. da emodiluizione, durante la gravidanza.
Nelle p. si verifica comparsa di emorragie di tipo cutaneo o mucoso: la gravità della sintomatologia è legata all’entità della riduzione delle piastrine e alla presenza o meno di una associata piastrinopatia. Una diminuzione del numero delle piastrine è in genere asintomatica finché le piastrine non raggiungono valori al di sotto di 30.000/µl.
La diagnosi si basa sul valore delle piastrine nell’emocromo e sull’osservazione al microscopio di uno striscio di sangue venoso periferico. Per definire la causa della p. si possono eseguire altri accertamenti sulla base dell’anamnesi e di modificazioni di altri parametri (ago aspirato midollare, studio dell’autoimmunità, test coagulativi, ecografia splenica). La prognosi è variabile da caso a caso e in relazione al numero delle piastrine e alla causa della piastrinopenia.
L’intervento terapeutico dipende da vari fattori: numero delle piastrine, presenza ed entità della sintomatologia emorragica, causa che ha determinato la piastrinopenia. Generalmente la terapia viene attuata quando il numero delle piastrine è al di sotto di 30.000/µl o in presenza di sintomatologia emorragica.