piatto
Con questo aggettivo Niccolò III indica la posizione di altri papi, simoniaci come lui, caduti nel fondo della buca nella quale è piantato: If XIX 75 Di sotto al capo mio son li altri tratti / che precedetter me simoneggiando, / per le fessure de la pietra piatti.
Né il senso complessivo della terzina né il valore di p. risultano molto chiari; i più dei commentatori recenti (Scartazzini-Vandelli, Casini-Barbi, Porena, Mattalia) interpretano " appiattati, nascosti " (" idest absconditi infra terram ", Benvenuto), secondo l'accezione attestata da Storie pistoresi 11 (in Rerum Italicarum Scriptores XI V 22): " ciascuno fuggio e appiattossi per paura di non essere morto; certi si partirono della città, e certi rimasono piatti in case di loro amici ". Per il Sapegno, seguito dal Chimenz, è invece " più probabile che significhi ‛ appiattiti, disposti orizzontalmente e a strati fra le strette fessure della roccia ' " (così già nel Buti: " appiattati sì, che non li puoi vedere sotto questo sasso "; il Vellutello intende: " distesi e non dritti sottosopra, com'era lui ").