PICÓN y BOUCHET, Jacinto Octavio
Romanziere, critico d'arte e deputato, nato a Madrid l'8 settembre 1852, e ivi morto il 18 novembre 1923. Laureatosi in diritto nel 1873, preferì consacrarsi alla letteratura. Educato in pieno ambiente liberale e anticlericale e influenzato dalle idee che produssero la rivoluzione del settembre 1868, fu tutta la vita ardente repubblicano. Scrittore verista di evidente derivazione balzachiana e zoliana, fu anche stilista, sebbene alquanto accademico. Si stacca dagli autori del suo tempo per uno spiccato gusto all'analisi dei casi di coscienza, e per certe sue velleità di rinnovatore sociale. Nonostante la lotta che gli fecero gli elementi reazionarî, il P. riuscì a entrare all'Academia Española, di cui divenne anche bibliotecario perpetuo.
I suoi romanzi si possono dividere in due categorie: anticlericali, come Lázaro (1882), El enemigo (1882); ed erotici, come La hijastra del amor (1884), Juan Vulgar (1885), La honrada (1890), Dulce y sabrosa (1891), Juanita Tenorio (1910), Sacramento (1914). Questi ultimi quattro sono forse i migliori romanzi della scuola verista spagnola, e Dulce y sabrosa è considerato il capolavoro del P.
È anche autore di alcuni volumi di racconti e novelle: Novelitas (1891), Cuentos de mi tiempo (1895), Tres mujeres (1896), Cuentos (1900), La vistosa (1901), Drama de familia (1903), Mujeres (1911). Come critico poi scrisse: Apuntes para la historia de la caricatura (1878), Vida y obras de Don Diego Velázquez (1899), e Ayala, studio biografico (1884).
Bibl.: Obras completas, voll. 6, Madrid 1909-1918. Cfr. A. González Blanco, Historia de la novela en España, Madrid 1909, pp. 693-700; E. Gómez de Baquero, El renacimiento de la novela española en el siglo XIX, Madrid 1924, pp. 91-92; H. Perseaux-Richard, J. O. P., in Revue hispan., XXX (1914), pp. 515-585.