PICTONI
. Questo popolo è chiamato Pictñnes presso Cesare, ma più tardi, probabilmente fino dal sec. II d. C., porta il nome di Pictavi. Abitava un territorio che corrisponde ai dipartimenti di Vandea, Deux-Sèvres e Vienne (antica provincia del Poitou) ed era limitato a N. dalla Loira, a O. dall'oceano, a S. dai Santoni e dai Lemovici, a E. dai Biturigi. Gli antichi itinerarî menzionano, verso i Santoni e i Lemovici, due stazioni col nome di Fines, che indicavano il confine; esse si possono identificare probabilmente con Villedieu e Ingrande-sur-Anglin. La capitale dei Pictoni era Limonum (Poitiers), dominante una delle grandi vie naturali di comunicazione tra i bacini della Garonna e della Loira. Un altro loro oppidum: Ratiatum (vicus Ratiensis in Gregorio di Tours), è senza dubbio l'odierna Rézé. I Pictoni si sottomisero a Cesare fino dall'inizio della conquista della Gallia, e nel 56 a. C. gli fornirono navi e marinai per combattere i Veneti. Nell'insurrezione generale del 52 spedirono a Vercingetorige un contingente di 8000 uomini, ma il partito romano, capitanato da Durazio, rimase potente; nel 51 Limonum resistette vittoriosamente all'assedio postole dal capo gallo Dumnaco. Sotto l'impero i Pictoni fecero parte della provincia di Aquitania; non risulta dalle iscrizioni quali fossero i loro magistrati; esse ricordano invece un flamine, e un aruspice originario dalla Campania. I Pictoni battevano moneta, e una delle monete rinvenute porta la leggenda Durat Iulios, il che sembra dimostrare che Durazio ricevette da Cesare la cittadinanza romana. Il cristianesimo s'impiantò per tempo tra i Pictoni: S. Ilario di Poitiers morì nel 366 o 368, e prima di lui, secondo l'elenco episcopale della chiesa di Poitiers, vi sarebbero già stati otto vescovi; l'elenco è peraltro sospetto.