piega
pièga [Der. del lat. plica, dal gr. pléko "intrecciare"] [LSF] L'effetto del piegare o del piegarsi, cioè mutamento della direzione di elementi lineari o superficiali di una forma di partenza, e anche il punto in cui qualcosa si piega. ◆ [GFS] Nella geologia, struttura tettonica derivante da incurvamento e flessione di strati rocciosi in conseguenza di fenomeni tettonogenetici od orogenetici; suoi elementi sono (fig. 1) la cerniera, luogo dei punti di massima curvatura per ognuno degli strati interessati dalla p., i fianchi (o ali o gambe), i suoi due lati, il piano assiale, la superficie che passa per le cerniere di tutti gli strati della p. (la sua intersezione con la superficie si chiama asse della p.), e il nucleo, la parte centrale; in base all'inclinazione del piano assiale rispetto al piano orizzontale si distinguono p. diritte (inclinazione di circa 90°, cioè piano assiale verticale: fig. 1), inclinate (inclinazione maggiore di 45°: fig. 2), rovesciate (inclinazione minore di 45°), coricate (piano suborizzontale: fig. 3); nelle p. rovesciate e coricate si chiama fianco normale, o diritto, quello che mostra la successione stratigrafica delle circostanti zone non piegate e fianco inverso, o rovesciato, l'altro, con una successione inversa. Si hanno poi varie altre qualificazioni, soprattutto in base a elementi morfologici (p. asimmetriche, simmetriche, a ventaglio, a zig-zag, ecc.), tra le quali ricordiamo, in partic., p. anticlinale e sinclinale, a seconda che la p. rivolga la sua concavità verso il basso (come nelle fig. 1÷3: il nucleo è formato dagli strati più antichi) oppure verso l'alto (il nucleo ha gli strati più recenti), e p. isoclinale se i fianchi sono sensibilmente paralleli; infine, p.-faglia è una p. a S nella quale il fianco rovesciato è scomparso per fenomeni di laminazione e fratturazione.