piega
Per confessare l'insufficienza della parola umana a esprimere la dolcezza del canto intonato da s. Pietro in onore di Beatrice, e l'impotenza della fantasia a raffigurarsela, D. ricorre a una metafora derivata dal linguaggio e dalla tecnica della pittura: Pd XXIV 26 Però salta la penna e non lo scrivo: / ché l'imagine nostra a cotai pieghe, / non che 'l parlare, è troppo color vivo.
Sul senso generale del passo l'esegesi è concorde: " Tralascio di descriverlo, perché non solo la nostra parola, ma la nostra immaginativa è inadeguata a riprodurre simile oggetto " (Porena). Le divergenze insorgono invece a proposito dei singoli particolari. I più dei commentatori riprendono la chiosa del Lana: " nota che 'l depintore, quando vuol depingere pieghe, convene avere un colore men vivo de quello della vesta, cioè più scuro, e allora pàreno pieghe; imperciò che in onne piega pure l'aere è più oscuro che in la superfizie; e però se 'l colore della piega eccedesse in chiarità la vesta, non farebbe piega, anzi farebbe della veste piega e de sé superfizie, e così sarebbe contrario all'intenzione del maestro pintore ". Il nostro parlare, insomma, " non ha sfumature da rendere tanto sottile soavità " (Tommaseo). Ma è interpretazione che, pur a chi tenga conto del sostanziale accordo dei commentatori trecenteschi nell'accoglierla, non può non dare adito a dubbi. Si spiega così perché, anche a prescindere dalla lezione poco color vivo attestata dalla tradizione (si veda in proposito Petrocchi, ad l.), il Cesari (Bellezze III 445) abbia supposto che con pieghe, oltre che agli addoppiamenti o alle appressature occasionali di un vestimento, D. abbia alluso alle modulazioni della voce, la quale, " passando da una nota all'altra dolce e mollemente o no ", si abbassa e si leva. Il Porena, poi, con l'intento di rendere più chiara tutta la terzina, ha proposto di variare pieghe in prieghe, " preghi "; ipotesi, questa, giustamente ritenuta inaccettabile dal Petrocchi (nota al v. 27) perché " sarebbe banalizzare a bella posta, per di più con una forma inaudita per Dante, la peregrina espressione così sicuramente trasmessa ".