PARAVIA, Pier Alessandro
Letterato, nato a Zara il 15 luglio 1797, morto a Torino il 18 marzo 1857. Successore di Giuseppe Biamonti nell'università di Torino, per l'insegnamento dell'eloquenza, vi portò l'abito classicheggiante che s'era fatto nelle scuole di Venezia e di Padova; né riuscì mai a sciogliersi del tutto da quell'oratoria cattedratica, sempre rammorbidendo, scolorando, levigando, sia che traducesse le lettere di Plinio il Giovane, sia che dettasse elogi o lezioni. Uomo mite, "per un terzo arcade, per un terzo classico, per un terzo romantico", quale lo definì, un po' in caricatura, il Carducci, volle contentare tutti; e solo con qualche buona improvvisazione nel parlare dalla cattedra riuscì a suscitare forze nuove e a dirigerle: il che è attestato da valenti discepoli suoi. Nei versi fu mediocre più che nelle prose, ma negli uni e nelle altre la mediocrità artistica è compensata dal fervore d'italianità da cui sono pervasi.
Cfr. Lettere di P. A. P. alla madre e alla sorella raccolte da I. Bernardi (Torino 1889); più che i Discorsi accademici, ecc. (Torino 1843) e le Lezioni di varia letteratura (Napoli 1871) conservano valore di documenti le Memorie veneziane di letteratura e di storia (Torino 1850) e le affini Mernorie piemontesi (ivi 1853).
Bibl.: G. Ferrari Cupilli, Della persona, degli scritti e della biblioteca di P. A. P., Zara 1857; I. Bernardi, Vita e documenti letterari di P. A. P., Torino 1863-64; E. Maddalena, Il P. e il Goldoni, in Riv. Dalm., IX (1927); G. B. Cervellini, Il periodo veneziano di P. A. P., in Arch. ven., IX (1931); G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934. Per la corrispondenza cfr. V. Cian, Vita e coltura torinese nel carteggio edito e inedito di P. A. P., in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, LXIV-LXVI.