BUCCIOLINI (del Boccollino, di Bocciolito, Boccolini, Bocciolini, Bocciolito), Pier Angelo
Nato verso la fine del sec. XIV, visse nella Foligno della piccola corte dei Trinci; e quanto di lui sappiamo sul piano della biografia si riduce a quel poco trasmessoci dal suo compatriota L. Jacobilli: figlio di un Angelo "di Bocciolito", fu nel 1425 consigliere e nel 1456 fece scavare un canale nel Meandro del Padoso, che poi fu chiamato "la forma di ser Pier Angelo".
Il medesimo Jacobilli fu possessore di un codice, passato con la libreria jacobilliana alla Biblioteca del Seminario folignate (cod. 349), in cui si serba del B. una Leggenda di san Feliciano in ottava rima e, adespoti, una Leggenda di santa Margherita e un capitolo mutilo in terza rima.
L'attribuzione al B. del San Feliciano èresa possibile da una circostanza piuttosto singolare, che, unita alla non comune ampiezza del lavoro (sono 185 stanze), ha attirato l'attenzione del Dionisotti: alla terz'ultima stanza in tutte lettere ci viene fornito, contro l'usanza di tanti anonimi cantari, il nome dell'autore ("pierangil d'angioli dello boccollino"). Evidentemente lo scrittore aveva coscienza di una propria individualità, che i fatti non paiono sconfessare; la campagna evangelica del santo, ha notato il Dionisotti, descritta particolareggiatamente tappa per tappa, ci scorta nel vivo di un'Italia municipale indomita e aspra: "ciascun d'Assisi ha lu cervello voto..."; quei di Perugia "ucidonse l'un l'altro como cani"; quei di Cascia "hanno li cuor de la petra"; quei di Spoleto "credon tardo", e così via. Quanto alla data di composizione, essa non può protrarsi oltre il 1414, anno della morte di Ugolino dei Trinci, cui si accenna come ancora vivo nella stanza CLXX. Con l'ottava CLIII la leggenda del santo vescovo di Foligno, evangelizzatore dell'Umbria, ha termine: ma il cantare prosegue con una storia della casa Trinci dalla cacciata di Corrado Anastasi (1305) in avanti. Segno della devozione del B. ai suoi signori, ma anche della non comuneAibertà strutturale e della robustezza di una prova poetica informata da un affiato epico incondito ma genuino.
Bibl.: La leggenda di s. Feliciano in ottava rima scritta da P. A. B. da Foligno, a cura di A. Mancinelli, in IlPropugnatore, XV (1882), pp. 41-65, 399-424; C. Dionisotti, Culture regionali e letter. nazionale in Italia, in Lettere italiane, XII (1970), p. 137.