CASOLI, Pier Biagio
Nacque a Modena il 25 febbr. 1852 da Ferdinando e Virginia Parenti, in una famiglia della borghesia modenese strettamente legata, per gli incarichi ricoperti in seno all'amministrazione, al governo ducale.
Il padre, professore di istituzioni civili all'università di Modena, si dimise dall'insegnamento nel 1859nei mesi successivi all'annessione del ducato al Regno di Sardegna. Nello stesso anno il nonno materno, Marco Antonio Parenti, uno dei principali esponenti della reazione cattolico-legittimista nel ducato e docente della stessa università, veniva destituito dalla cattedra. Questi esempi, le esperienze compiute negli anni dell'infanzia e, più in generale, l'ambiente della famiglia e degli amici, nel quale forte era la devozione alla Chiesa e al Papato e l'opposizione al nuovo ordine politico, segnarono nel C. una impronta profonda e duratura.
Compiuti gli studi liceali, il C. divenne discepolo e amico di Pietro Balan. Questi, trasferitosi nel 1867 a Modena, vi aveva fondato Il Diritto cattolico, organo per molti anni dei cattolici intransigenti della città, ed era divenuto il punto di riferimento e la guida spirituale e politica di molti giovani cattolici. Per il C., in particolare, l'esempio del Balan costituì uno dei modelli ai quali costantemente s'ispirò.
Iscrittosi all'università, dove nel 1873 avrebbe conseguito la laurea in legge, il C. aderì nel '71 all'Associazione cattolica promotrice delle buone opere, sorta a Modena per iniziativa di molti dei vecchi cattolici legittimisti. Ebbe inizio così per lui una milizia che sarebbe durata tutta la vita e ne avrebbe fatto l'anima del movimento cattolico modenese e uno dei dirigenti più in vista dell'Opera dei congressi. Attivo in seno a molti dei comitati ai quali l'iniziativa cattolica nell'ex ducato diede vita, il C. fu tra i principali artefici del famoso meeting di protesta tenutosi a Modena nel maggio del 1880.
La risposta dei cattolici modenesi alla proibizione dei prefetto di svolgere la processione del Corpus Domini trovò nel C. un organizzatore abile e appassionato, confluendo in una adunanza generale che ebbe l'effetto di far recedere il rappresentante del governo dalla sua decisione. Il successo rappresentò il risultato di un intenso impegno organizzativo che aveva visto il C. tra i protagonisti e che aveva portato l'anno precedente all'organizzazione a Modena del V congresslo dell'Opera dei congressi e poi alla costituzione del comitato diocesano, di alcuni comitati parrocchiali e del comitato regionale emiliano.
Le esperienze compiute in questi ambiti e i successi ottenuti valsero nel 1880 al C. l'ingresso all'interno del Comitato permanente dell'Opera, e, l'anno successivo, l'incarico di redigere il Manuale dei comitati parrocchiali e dei comitati cattolici in Italia. Relatore nel 1881 della commissione incaricata di formulare "l'indirizzo pratico" dell'Opera, membro a partire dall'anno successivo della segreteria del Comitato permanente, nominato nel 1889 in seno alla commissione istituita con il compito di rivedere e di riformare i regolamenti dell'Opera, il C. partecipò attivamente in queste sedi al dibattito aperto all'interno dell'organizzazione intomo ai suoi scopi e al suo ordinamento. Preoccupato in particolare della mancanza di un programina politico del movimento cattolico italiano, il C. tentò, in una serie di scritti pubblicati tra il 1889 e il 1892, di definirne gli elementi fondamentali.
Convinto della necessità di "non dimenticare mai la distinzione essenziale tra l'Italia e il Regno d'Italia", di non confondere cioè le sorti nazionali con quelle delle istituzioni che dal 1859 reggevano il paese, e convinto ancora che "il bene dell'Italia" fosse "inseparabile soltanto dal pieno e reale rispetto del diritto sovrano del Papa", il C. individuò nella proposta del trasferimento della capitale da Roma a Firenze la prima articolazione concreta di un programma cattolico. Attorno a questa idea avrebbe potuto raccogliersi un grande partito capace di dare espressività sul terreno politico all'opposizione dei cattolici al Regno d'Italia. Per muovere in questa direzione, secondo il C., era necessario intanto riformare le strutture organizzative dell'Opera dei congressi levandole la "primitiva impronta di un centro dal quale nascono i gruppi dipendenti" e conferendole il carattere di una associazione volontaria con dirigenti designati dagli associati.
Su questo terreno soprattutto presero corpo e si svilupparono le divergenze tra il C. e Giovanni Battista Paganuzzi, eletto nel 1889 presidente dell'Opera. Dimessosi dal Comitato permanente nel 1892, dopo il "ripudio" del gruppo bolognese dell'Opera e dopo un duro scontro personale con il Paganuzzi, e costretto per molti anni a lavorare ai margini dell'organizzazione, il C. prese parte attiva, tuttavia, alle competizioni elettorali per le amministrazioni provinciali e comunali di Modena e Nonantola. Eletto ripetutamente consigliere comunale e impegnatosi nella difesa delle tradizionali festività religiose e del precetto del riposo festivo, il C. polemizzò aspramente contro il graduale avvicinamento in atto tra i liberali moderati e i cattolici, contro le alleanze elettorali alle quali dava origine, contro il "mostruoso amalgama" di "un partito dell'ordine" che prefigurava.
Rientrato nell'Opera dopo le persecuzioni del'inaggio 1898 e rieletto più tardi in seno al Comitato permanente come rappresentante del comitato regionale emiliano, il C. prese posizione nei confronti della componente democratico-cristiana del movimento cattolico valutandone con simpatia "il proposito generoso" della "emancipazione dei lavoratori dalla tirannia di teorie e fatti proprii di una società apostata e paganizzante". Sottolineò tuttavia il pericolo che una azione puramente economica e sociale escludesse, o facesse passare in seconda linea, la rivendicazione dei diritti pontifici, cardine, questo, del programma cattolico. Coerente con queste posizioni partecipò alla seduta del 2 luglio 1904 del Comitato permanente, l'ultima prima del suo scioglimento da parte del pontefice Pio X, schierandosi a fianco dei vecchi intransigenti contro il tentativo di mediazione e di apertura al democratici cristiani operato dal nuovo presidente Giovanni Grosoli.
Ammalatosi gravemente mentre era impegnato nella stesura di due ampie opere intorno all'astensione cattolica dalle elezioni politiche e alla figura del pontefice Leone XIII, il C. morì a Modena il 14 maggio 1905. Con lui scompariva, scrisse l'amico Giambattista Casoni, uno degli ultimi rappresentanti dell'"esile drappello dei cattolici papali" ridotto ormai a rappresentare solo "una reminiscenza storica e un pio desiderio di pochissimi".
Opere: scritti storici, relazioni, memorie, note di cronaca di pellegrinaggi, celebrazioni centenarie e religiose: Milano e S. Ambrogio nel 1874. Impressioni e memorie, Bologna 1874; Roma. Note di un pellegrino italiano nel giugno 1877, Modena 1877; Canossa e Legnano, ibid. 1877; Montecuccolo. Bozzetto stor. descrittivo, Milano 1878; A Maria. Dodici fiori nel 250 anniv. della definizione del dogma della Immacolata Concezione, Modena 1879; S. Geminiano, S. Omobono e Modena. Note in difesa delle tradizioni religiose del comune, ibid. 1879; Relazione storica del pellegrinaggio italiano a Roma nell'ottobre 1881, Bologna 1882; Guida di Roma, ibid. 1883; Di Luigi Veuillot, Modena 1884; L'ottavo centenario di papa s. Gregorio VII in Italia. Note di cronaca, Bologna 1885; La vita di papa Gregorio VII brevemente narrata agli italiani nell'80 centenario della morte di Lui, ibid. 1885; Cronistoria della vita e del pontificato di Leone XIII fino a mezzo il 1887, Modena 1888; La commemorazi . one di Pio IX pel primo centenario della nascita di Lui, Milano 1894; Ricordo d'un padre amatissimo, Bologna 1895; Gli ultimi patimenti del sommo Pontefice Pio VI (27 di marzo-29 di agosto 1799). Modena 1899; La devozione in Modena a Maria Santissima al principiare del sec. XX, ibid. 1901; L'abbate Vincenzo Gioberti e la nuova Italia, Monza 1901; La Chiesa degli Stati Estensi e il vescovo di Modena mons. Luigi Reggianini, ibid. 1902; La vita di s. Anselmo Longobardo fondatore e primo abbate di Nonantola. Narrazione scritta per l'XI centenario della beata morte di Lui, Modena 1903;. Nella morte- del sommo pontefice Leone XIII. Ricordi e note storiche, ibid. 1903.
Espressione diretta dell'impegno politico del C. sono: Il giornalismo cattolico in Italia, Milano 1881; La riforma delle leggi per l'insegnamento superiore.in Italia, ibid. 1883; La stampa buona in Italia, Bologna 1888; Le società cattoliche, ibid. 1889; L'avvenire d'Italia, Milano 1889; Da Roma a Firenze. Considerazioni e proposte che fanno seguito al mio discorso L'avvenire, d'Italia, ibid. 1889; L'Italia e il Regno d'Italia, ibid. 1890; I cattolici italiani nelle elezioni generali amministrativo dell'ottobre e del novembre 1889, Bologna 1890; Per la patria nostra, ibid. 1891; Una pagina della nostra storia d'oggi, monito pel nostro avvenire, Milano 1892; Iveri termini della questione romana e il programma dei cattolici nell'ora Presente. Una franca Parola a transigenti e intransigenti, Roma 1896; La prima vittoria cattolica nel comune di Modena sotto il dominio liberale, il suo annullamento e la rivincita avveni . re, Modena 1897; Al congresso cattolico di Taranto. La Democrazia cristiana e l'Opera dei Congressi, Monza 1901; La parola di Leone XIII all'Italia e alla Francia, Milano 1901; Salus Italiae Pontifex. Ieri, oggi, domani, Genova 1903.
Oltre al Manuale dei Comitati parrocchiali dell'Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici in Italia, pubblicato prima a Modena e ristampato nel 1883 a Bologna con la revisione e l'aggiornamento di G. B. Paganuzzi, il C. redasse per incarico dei Comitato permanente il Manuale della legislazione scolastica in Italia ad uso dei Comitati cattolici e dei padri di famiglia, pubblicato a Bologna nel 1883.
Fonti e Bibl.: Alcune lettere indirizzate dal C. a Giovanni Battista Paganuzzi, a Marcellino Venturoli, al fratello Alfonso Maria e alcune relazioni da lui preparate per incarico del Comitato permanente dell'Opera dei congressi si trovano nell'archivio dello stesso Comitato conservato nel Semin. patriarcale di Venezia, rispettivamente nelle sezioni Corrispondenza e Attività del Comitato permanente. Redatti per lo più dal C. sono i Verbali delle adunanze ordinarie e straordinarie del Comitato e del suo Consiglio direttivo per gli anni compresi tra il 1989 e il 1991. Il contributo più completo e documentato sul C. è quello di A. Berselli, P. B. C., l'Opera dei Congressi e la Democrazia cristiana, in Civitas, VII (1956), pp. 86-106. Di notevole interesse sono inoltre il necrol. del C. in Il Diritto cattolico, 14 giugno 1905, e l'ampia commemor. di E. Massara, 14 maggio 1906. Primo anniversario della morte del Cavalier Avv. P. B. C., Milano 1906. Si vedano inoltre le note biografiche del C. in R. Della Casa, I nostri, quelli di ieri e quelli di oggi, Treviso 1903, pp. 202-204, e in A. Barbieri, Repertorio bio-bibliografico dei modenesi illustri, Bologna 1971, p. 251. Informazioni intomo alle posizioni, alle iniziative e alle polem. sostenute dal C. nel quadro dell'azione polit. a Modena si possono trovare in A. Rabetti, Modena d'una volta, Roma 1936, pp. 115, 117-118, 160-161; F. Focherini, Cattolici e anticlericali a Modena (1859-1900), Bologna 1965, pp. 70-74, 78 s., 133-136, 165-167; G. Manni, La polemica cattol. nel Ducato di Modena (1815-1861), Modena 1968, pp. 244 s. Per quel che riguarda l'attività e il posto occupato dal G. all'intemo del movimento cattolico organizzato intorno all'Opera dei congressi si veda sop-rattutto A. Gambasin, Il movimento sociale nell'Opera dei Congressi (1874-1904), Roma 1958, pp. 79-82, 98 s., 104-106, 296, 560 s.; e G. De Rosa, Storia del movimento cattol. in Italia. Dalla Restauraz. all'età giolittiana, Bari 1966, pp. 313, 319 s., 349-352, 363. Si possono consultare inoltre G. De Rosa, L'Azione cattolica. Storia Polit. dal 1874 al 1904, Bari 1953, pp. 206-210, 235-237; F. Fonzi, Icattolici e la società ital. dopo l'Unità, Roma 1953, pp. 59, 63; G. Spadolini, L'opposiz. cattolica, Firenze 1955, pp. 193, 292, 403; D. Secco Suardo, I cattolici intransigenti. Studio di una psicologia e di una mentalità, Brescia 1962, p. 74.