ASTORRI, Pier Enrico
Nacque a Parigi il 23 luglio 1882 da famiglia piacentina; da non confondere con il quasi omonimo scultore Enrico Astorri. Andato giovanissimo a Piacenza, vi frequentò l'Istituto artistico Gazzola, quindi ottenne di recarsi a Milano per completare gli studi all'Accademia di Brera. L'educazione lombarda influì notevolmente sulla prima attività dell'A., caratterizzata da un fragile impressionismo, sostituito via via da una maniera sempre più solida e solenne, conforme al gusto ufficiale del suo tempo. Nel 1904 l'A. si recò a Roma, dove rimase fino alla morte. Dopo aver partecipato alle esposizioni della romana società "Cultori e amatorì dell'arte", con opere subito apprezzate e acquistate dalla regina, nel 1907 vinse il concorso per la statua Piemonte per il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma; la scultura, rappresentante una donna in fiero atteggiamento, si adegua fedelmente agli intenti sonoramente celebrativi dell'autore del Vittoriano. All'esposizione romana dei 1908 figuravano due sue opere, Eva e La Madre,animate da una malinconica compostezza; contemporaneamente scolpiva ritratti di bimbi, di signore, accanto a monumenti celebrativi come quello al senatore Tassi in Piacenza o La Beneficenza per l'ospedale maggiore di Voghera, statue funerarie come il Cristo nell'orto degli ulivi per il cimitero di Piacenza. Dal 1916 al 1923, in sette anni di assiduo lavoro in collaborazione con l'architetto Florestano di Fausto, condusse a termine il monumento funebre a Pio X in S. Pietro, l'opera più importante dell'A. e la più celebrata dai contemporanei. Un saggio equilibrio tra tendenze tradizionaliste ed innovatrici motivò da parte della commissione pontificia l'approvazione dei progetto del monumento che doveva essere eretto tra due colonne, con il motivo obbligato della porta di accesso alla sagrestia in basso e di una targa celebra~ tiva a coronamento. Superando le difficoltà determinate dalla scarsità di spazio e di luce, e più dalla necessità di accordare la nuova opera all'ambiente che accoglie tanti illustri precedenti, l'A. creò nella bianca figura del papa che protende le braccia in atto di affettuosa pietà, più che nei bassorilievi e nei pannelli celebrativi della porta bronzea di gusto quattrocentesco, il suo capolavoro. Il successo che accompagnò questa fatica procurò all'A. nuove commissioni di ritratti e monumenti celebrativi; dei primi i più notevoli sono quelli della duchessa Fogliano Pallavicini d'Aragona, di una vivace immediatezza, di Giuseppe Verdi per il salone della Deputazione provinciale di storia patria di Piacenza, della signora Odero di Genova, di Giovanna Busala di Roma, di Donatella Vassalli, condotti secondo un purismo accademico non privo di grazia, ora in collezioni private. Dei monumenti celebrativi ricordiamo quelli ai caduti di Fontanellato (Parma), dei 1924, e di Casteggio (Pavia), inaugurato dopo la sua morte; eseguì anche le lunette per il palazzo del Governo di Panama. Piacenza conserva nel suo cimitero l'ultima opera dello scultore, un altorilievo con la Deposizione per il monumento di Medardo Castellani. Morì a Roma il 30 maggio 1926.
Ammirato dalla critica ufficiale del tempo quale fedele interprete di quell'eclettismo accademico che caratterizza molta parte della produzione del primo Novecento, l'A. fu giudicato severamente o addirittura ignorato dalla critica recente. Un giudizio obiettivo non può non riconoscere che l'opera dell'A., se talvolta indulge ad intenti celebrativi in forme esteriori e retoriche, rivela peraltro una sincera adesione al tema trattato, accompagnata da una sensibilità raffinata.
Bibl.: G. Polvara, Il monumento a papa Pio X nella Basil. Vaticana, in Arte cristiana, XI (1923), pp. 298-305; Il monumento a Pio X..., Roma 1923, pp. 9-26, 31-37; A. Pettorelli, P. E. A., in Strenna piacentina,IV(1924), pp. 5-10; N. Mazzoni, P. E. A., ibid.,VII(1927), pp. 5-12; G. Aurini, La scoltura piacentina, ibid.,p. 40; U. Orlando, Artisti contemporanei scomparsi: P. E. A.,in Emporium,LXIX (1929), pp. 131-142; F. Gregorovius, Le tombe dei Papi, Roma 1932, p. 123; H. Vollmer, Alliemeines Lexikon der bildenden Künstler des XX. Jahrh.s,I, pp.74 s.