Pittore (Morazzone 1573 - Piacenza 1626), figura tra le più rappresentative del Seicento lombardo. Soggiornò a Roma in gioventù (suoi affreschi in S. Silvestro in Capite), e vi conobbe le opere del Caravaggio e dei manieristi attivi a Roma. Poté così riprendere, entro i termini del manierismo settentrionale, la ricerca di un colore ricco e profondo, di una drammaticità acuta, di una libera alternanza di luce e d'ombra, con risultati intensamente poetici. Le sue opere principali sono i grandi affreschi del Sacro Monte di Varallo (1602-12) e di quello di Varese, altri affreschi in S. Gaudenzio di Novara (1620) e parte della decorazione della cupola del duomo di Piacenza, in cui si mostra decoratore geniale sulle orme di G. Ferrari. Le sue tele (S. Francesco, Brera), in cui sono ricercati violenti e tenebrosi effetti di luce, testimoniano una sensibilità tormentata a cui si ricollegano F. del Cairo e A. Magnasco.