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BOSELLINI, Pier Ludovico

di Mario Crespi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BOSELLINI, Pier Ludovico

Mario Crespi

Nato a Modena il 10 luglio 1873 da Augusto e da Marianna Zerbini, dopo aver compiuto gli studi classici, si laureò in medicina nella sua città il 1º luglio 1896. Indirizzatosi allo studio della dermatologia sotto la guida di D. Majocchi, divenne assistente volontario della clinica dermosifilopatica dell'università di Bologna, e quindi straordinario nel 1898; ottenuta la docenza in clinica dermosifilopatica nel 1902, l'anno successivo fu nominato aiuto nella stessa cattedra di Bologna, titolo che mantenne fino al 1912. Durante gli anni trascorsi nell'ateneo bolognese si dedicò attivamente anche alla parte pratica: fu infatti aiuto nella sezione dermosifilopatica della Poliambulanza felsinea, primario dell'Ambulanza dermosifilopatica della Congregazione di carità, consulente sifiloiatra degli ospedali di Bologna. Dopo essere stato ternato nei concorsi per la cattedra di clinica dermosifilopatica dell'università di Sassari nel 1906 e nel 1912, ottenne l'incarico di tale insegnamento nel 1912, divenendo ordinario nel 1916. Durante la prima guerra mondiale insegnò nell'università castrense di Padova nel 1916-17. Nel 1919 passò alla cattedra di clinica dermosifilopatica di Cagliari, nel 1920 a quella di Messina, nel 1922 a quella di Pisa. Infine, nel 1923 fu chiamato alla cattedra di clinica dermosifilopatica dell'università di Roma, che diresse fino al 1943, anno in cui lasciò l'insegnamento per limiti di età.

Il merito principale del B. fu quello di aver promosso un orientamento nuovo della dermatologia verso una più stretta connessione con la medicina generale.

Nata nel sec. XIX come una branca della medicina generale quando il clinico medico J. Skoda aveva incaricato il suo allievo F. von Hebra di studiare le malattie della pelle, la dermatologia era andata progressivamente allontanandosi sempre più dalla sua origine per confinarsi nella pura morfologia. L'indirizzo morfologico aveva raggiunto in Italia il suo acme con D. Majocchi, alla cui scuola si era appunto formato il B., che, tuttavia, seppe distaccarsi decisamente dalla ricerca morfologica, interpretando le varie malattie della pelle come espressione di uno stato patologico dell'intero organismo. I principi di tale nuova concezione furono da lui espressi nelle due pubblicazioni: Dell'indirizzo da seguire nello studio della dermatologia, Bologna 1913, e La dermatologia nei suoi rapporti con la medicina interna (Avviamento alla conoscenza clinica integrale delle malattie cutanee). Per medici e studenti, Milano 1922.

Autore di numerose ricerche cliniche e sperimentali, il B. fondò tutti i suoi lavori su una salda base anatomopatologica. Meritano in particolare di essere ricordati i contributi alla conoscenza della tubercolosi cutanea, che gli consentirono una messa a punto dell'argomento nella monografia La tubercolosi cutanea, Milano 1929. Interessanti anche i suoi studi sulla presenza delle plasmacellule in vari granulomi e sui loro rapporti con il connettivo e con l'apparato emolinfopoietico; quelli sull'eczema, sulla psoriasi, sugli adenomi sebacei, sullo pseudo-milium colloide, sulle cisti cutanee, sull'epidermolisi bollosa ereditaria, sullo pseudoxantoma elastico. Il B. studiò ancora la pseudobotriomicosi umana, il morbo di Bowen, la morva acuta, la malattia da piocianeo, quelle da tricofiti e da microsporum, le acariasi di origine animale; descrisse e individuò come forma morbosa autonoma, ben distinta dalla tubercolosi verrucosa, la dermite cronica verrucoide; si occupò estesamente del problema sociale posto dalle malattie veneree. Preziosi furono inoltre i suoi contributi allo studio delle ematodermie, soprattutto delle linfodermie e dei sarcoidi nei loro rapporti, rispettivamente, con la micosi fungoide e con gli stati pseudoleucemici; egli fu anche autore di interessanti ricerche su una nuova forma di linfodermia macrolinfocitaria.

Il B., che appartenne a varie società scientifiche italiane e straniere, morì a Roma il 24 genn. 1945.

Bibl.: M. Monacelli, P. L. B., in Anthologica, XI (1946) pp. 11 s., (l'intero vol. è dedicato al B.); L. Martinotti, P. L. B., in Arch. ital. di dermat.,sifilog. e venereol., XX (1947), pp. 3-7 (pp. 8-10: elenco delle numerose pubblicazioni); J. Fischer, Biographisches Lex. der hervorragenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, p. 152; Enc. Ital., App. II, pp. 440 s.

Vedi anche
dermatologia Disciplina medico-biologica che studia la struttura, le funzioni e le malattie della pelle e dei suoi annessi (peli, unghie, ghiandole sebacee e sudoripare) sia dell’uomo sia degli animali. L’iniziale indirizzo morfologico della dermatologia ha portato a un’approfondita conoscenza delle singole lesioni ... superorganismo In ecologia, gruppo di organismi o di comunità che sembrano avere proprietà, come omeostasi e riproduzione, simili a quelle di un singolo organismo. patologia Lo studio dei problemi relativi alle malattie dell’uomo (patologia umana) e degli animali (patologia veterinaria; ➔ veterinaria); comprende diverse specializzazioni, e denominazioni, con riferimento alla natura dei problemi, agli elementi anatomici che sono oggetto di studio, all’eziologia delle alterazioni, ... tessuto connettivo Vasto gruppo di tessuti diffusi negli organismi viventi e dotati di caratteristiche morfologiche assai diverse, accomunati da una stessa derivazione embriologica (il mesenchima) e da alcune proprietà, di cui la più importante è la presenza di un’abbondante sostanza intercellulare contenente fibrille ...
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pïèrio
pierio pïèrio agg. [dal lat. Pierius, gr. Πιέριος]. – Aggettivo che presso gli antichi Greci ebbe tre sign. diversi: della Pieria (gr. Πιερία, lat. Pieria), regione costiera della Macedonia; del monte Piero, in Tessaglia; di Piero, personaggio...
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