BALLERINI, Piero
Nacque a Como il 20 marzo 1901. Dopo aver studiato medicina e frequentato l'Accademia navale, si dedicò al giornalismo. In seguito diresse il teatro d'avanguardia della Sala Azzurra a Milano. Svolse vasta attività in Francia come assistente alla regia presso la Pathé-Nathan, la Gaumont, la Paramount e negli studi di Rex Ingram (Nizza), sino al 1932, e da questa esperienza ricavò una notevole conoscenza del mezzo cinematografico; in quegli anni ebbe infatti la possibilità di seguire da vicino la evoluzione del film francese. Rientrato in Italia, dopo essere stato aiuto regista in Non c'è bisogno di denaro (1935), scrisse il soggetto e la sceneggiatura di Lafreccia d'oro (1935), che realizzò in collaborazione con Corrado d'Errico. In seguito scrisse altre sceneggiature, fra cui quelle de Il prigioniero di Santa Cruz (1940) e di Emigrantes (1949), e diresse altri film, tra i quali L'ultima carta (1939), È sbarcato un marinaio (1940), L'ultimo combattimento (1941), La fuggitiva (1941), La fanciulla dell'altra riva (1942), Fatto di cronaca (1944) e Lucia di Lammermoor (1948). Nella sua filmografia ha un rilievo particolare Piccolo Hotel (1939), che venne presentato alla VII mostra internazionale di Venezia.
Pur nella sua discontinuità e nonostante i difetti e le incoerenze, grazie a certi brani e taluni motivi efficaci, l'opera suscitò l'interesse della critica, che si trovò divisa in due campi opposti. Umberto Barbaro, tenendo presentì le palesi deficienze e la teatralità della regia e della recitazione, sottolineò tuttavia la serietà del film, insolito per quegli anni nel nostro cinema, e lo propose come tentativo di indagine intimistica meritevole di essere ripreso. Analoghi incoraggiamenti vennero da Gianni Puccini, che definì il regista un artigiano di talento e ne mise in rilievo la fantasia tutta fatta di osservazioni della realtà dietro il suggerimento di cose vedute nell'arte o in certa letteratura. Altri ritennero invece il film mancato e velleitario, sostenendo che dal dramma psicologico si scendeva a una convenzionalità borghese, d'unità di luogo e di clima.
Per il B. questo film volle costituire una presa di posizione positiva nell'ambito del cinema italiano del tempo. Le altre opere che diresse in seguito non si inseriscono in quel rinnovamento culturale e di idee che aveva avvertito e sostenuto.
Morì a Roma il 30 giugno 1955.
Bibl.: G. Puccini, Piccolo Hôtel, in Bianco e Nero, 111 (1939), n. ii, pp. 84-87; necrologi in Il Tempo, 1 luglio 1955, e Corriere della Sera, 2 luglio 1955; U. Barbaro, Alcuni film italiani del 1939, in Servitù e grandezza del cinema,Roma 1962, D. 170; Encicl. dello Spettacolo, I, col. 1336.