BINI, Piero
Nacque a Firenze nel 1486 da Giovanni. Seguendo la tradizione familiare e presumibilmente appoggiandosi alla famiglia della madre, Maria di Gino di Neri Capponi, si spostò in Francia intorno al primo decennio del sec. XVI per esercitarvi la mercatura. Nell'agosto del 1510 era luogotenente del console della nazione fiorentina in Lione e in questa veste raccomandava a Niccolò Machiavelli di ottenere dalla corte francese chiarimenti sulla recente disposizione che vietava qualsiasi rimessa di denaro a Roma, perché, scriveva, i "mercatanti vogliono fare le cose loro chiare e non azeccagarbugli". Sette anni più tardi il B. veniva tassato come uno dei più facoltosi mercanti fiorentini in Lione e chiamava presso di sé il ventenne fratello Giovanni Francesco che era destinato a succedergli. Della presenza, almeno saltuaria, del B. a Lione abbiamo tracce (fra queste una lettera del 1522 a Francesco di Piero del Nero ed una del 1527 forse al gonfaloniere Niccolò Capponi) non oltre il 1527: di quell'anno è il ricordo di una grossa partita di grano trattata dai due fratelli. Dopo questa data non sembra che il B. sia più tornato in Francia, anche se troviamo, ancora nel 1539, una compagnia che "cantava" in Lione in nome suo e del fratello.
Nel 1524 egli appariva, insieme con Giovanni Francesco, nell'elenco dei cittadini eleggibili alle pubbliche cariche e l'anno successivo, ove non si tratti d'una omonimia, fu dei Priori.
Nel 1533 sposò Margherita di Luigi Guicciardini, ottenendone la dote, non elevatissima, di 1400 fiorini; un contratto, relativo alle pendenze dotali, stipulato nello stesso anno, dopo la morte della moglie, accenna a debiti nei confronti di Luigi Guicciardini per attività in campo agricolo. Più tardi egli sposò Ginevra di Luca Ubertini, vedova di suo cugino Giovanni di Bernardo Bini. Le cointeressenze del B. nelle compagnie lionesi del fratello furono in parte rilevate da Palla di Lorenzo di Filippo Strozzi, che nel 1551, alla morte di Piero, si accordava con il suo ex socio e debitore Tommaso di Niccolò Biffoli nel senso che fosse questi, con la malleveria del fratello Angelo, ad assumersi i debiti dello Strozzi nei confronti dei figli ed eredi del B., che erano sotto la tutela della madre, dello zio materno Lorenzo di Luca Ubertini e di Giuliano di Piero Capponi.
Molti anni più tardi i figli Giovanni e Piero non avevano ancora del tutto regolato le pendenze con Giovambattista di Lorenzo Strozzi, erede di Palla.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze,Carte Pucci, III, 6; Ibid.,Carte dell'Ancisa, GG, c. 226; KK, cc. 336 v, 337; Ibid.,Carte Strozziane, s. II, f. 127, ins. 5; f. 135, ins. 3; s. III, f. 126, ins. 42; s. V, f. 1090, ins. 2; Ibid.,Signori,Responsive, f. 34, n. 183; f. 43, n. 127; N. Machiavelli,Legazioni e commissarie, a cura di S. Bertelli, III, Milano 1964, p. 301; G. Cambi,Istorie, in Delizie degli eruditi toscani, XXI, Firenze 1785, p. 38; A. Adernollo,Marietta de' Ricci,ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, VI, Firenze 1845, pp. 2047 s.; H. A. Charpin-Feugerolles,Les Florentins à Lyon, Lyon 1893, pp. 163, 192; E. Picot,Les Italiens en France au XVIe siècle, Bordeaux 1902, p. 98.