COLONNA, Piero
Nacque a Roma il 23 maggio 1891, secondogenito di Prospero Colonna dei principi di Paliano e Maria Massimo. Il padre, senatore e sindaco di Roma (dal 1899 al 1904 e dal 1914 al 1918), lo indirizzò a studi di carattere economico che il C. compì nella città natale. Interventista fervente, si arruolò insieme ai due fratelli, Mario e Fabrizio, come ufficiale di artiglieria. Nel 1917, a capo della 7a batteria dell'8° reggimento, fu ferito gravemente all'Hermada. Per il coraggioso comportamento fu promosso capitano di artiglieria e decorato della croce di guerra.
Iscrittosi nel 1921 al Partito nazionale fascista, prese parte a varie azioni squadristiche diventando ben presto console generale della milizia, membro del direttorio federale dell'Urbe e comandante dei moschettieri del duce. Trasferitosi in Inghilterra per interessi economici della famiglia, fu ispettore dei fasci all'estero.
Tornato in patria, il C. (nel frattempo si era sposato con Adele Gregoriani) fu nominato preside della provincia di Roma alla fine del 1930. Amministratore più che politico, durante i sei anni della carica razionalizzò l'organico del personale capitolino e la situazione patrimoniale della provincia; potenziò l'Opera nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzia e il brefotrofio romano, passato nel frattempo sotto la giurisdizione della provincia. Inoltre l'opera del C. è legata all'ampliamento di S. Maria della Pietà, l'ospedale romano per le malattie mentali, e all'attuazione di un programma completo di costruzione dei mercati rionali romani. Il 16 nov. 1936 Mussolini lo nominò governatore di Roma, al posto di Bottai, che era diventato nello stesso anno governatore di Addis Abeba. La nomina del C. proseguiva la tradizione per cui il governatorato era attribuito a un aristocratico (fatta eccezione per Cremonesi e Bottai, governatori di Roma rispettivamente nel 1925 e nel 1935) fino all'estinzione dell'istituzione avvenuta nel 1943 con la caduta del fascismo. Sotto il governatorato del C. fu proseguita la trasformazione della capitale secondo il programma fascista, espresso non da strumenti pianificatori ma da alcuni indirizzi ufficiali di carattere prevalentemente scenografico voluti dallo stesso Mussolini, programma che lasciava libere nelle scelte di sostanza la proprietà fondiaria e immobiliare. Tra gli interventi di carattere monumentale legati all'opera del C. vanno menzionati: la sistemazione dell'Augusteo e la ricostruzione dell'Ara Pacis, che comportarono la demolizione della zona compresa tra via del Corso, via della Frezza, via Tomacelli e il lungotevere; l'allargamento di via delle Botteghe Oscure, poi completato dopo la guerra; l'inaugurazione di corso Rinascimento e del primo tronco di via della Conciliazione, innovazioni che portarono ad altre demolizioni. Gli abitanti delle zone sventrate vennero sistemati nelle borgate, la cui costruzione ebbe inizio nel 1924 e subì un deciso incremento tra il 1935 e il 1940.
Le borgate di questo periodo, in gran parte realizzate sotto il governatorato del C., si differenziano dalle precedenti per una minore improvvisazione edilizia ma non per qualità urbanistica. Personalmente seguite dal C. quelle del Tiburtino III, quella di Pietralata e le borgate Gordiani e Predestina, costruite qualche anno prima.
Il C. fu inoltre tra gli ideatori e i più accesi sostenitori del teatro del Popolo: le Terme di Caracolla. Legata alla sua opera anche la costruzione della via dei Laghi, la correzione della Braccianese e la circonvallazione di Anzio. Contemporanei alle nuove iniziative i lavori per la sistemazione delle vie consolari: l'Aurelia, l'Appia, la Casilina e la Predestina. Tra le soluzioni urbanistiche proposte e portate a termine dal C. sono anche la ripresa dei lavori per la nuova stazione, la costruzione del ponte Flaminio e l'attuazione dell'acquedotto del Peschiera, per far fronte ai crescenti bisogni della città che in quegli anni si espandeva a dismisura.
Legata al governatorato del C. è anche la progettazione e l'inizio dei lavori dell'E 42 (Esposizione universale e internazionale), nella cui localizzazione - collegata con lo sviluppo di Roma verso il mare - il governatorato ebbe importanza decisiva. Per realizzare infatti questa esposizione internazionale, nucleo di un futuro quartiere, fu istituito un apposito Ente autonomo che collaborava intensamente con il governatorato. Con il d.l. 21 ag. 1937, n. 1615, il governatorato ebbe a disposizione mezzi finanziari straordinari per attuare espropri e costruzioni, anche perché attraverso una speciale procedura fu eliminato il normale iter urbanistico.
Il governatorato, quindi, divenne la massima autorità urbanistica, che permise tra l'altro di autorizzare l'esproprio di una zona molto più vasta di quella relativa all'esposizione. In questo modo si erano messe le basi per la più grossa speculazione della Roma d'anteguerra, ridimensionata poi dal prolungarsi del conflitto e dagli eventi successivi.
Il C. fu nominato consigliere dell'Istituto italiano per il Medio e Estremo Oriente nel 1937. Morì a soli quarantotto anni, il 24 ag. 1939 a Roma, mentre era ancora governatore della città.
Tra gli scritti d'occasione e connessi all'attività pubblica del C. sono da ricordare: Provincia di Roma, Relazione sui servizi provinciali (1935-36), Roma 1936, e Consorzio provinciale antitubercolare. Opera di prevenzione dei nati di madre tubercolotica, Relazione del preside del Consorzio, P. Colonna e del prof. C. Benedetti, Roma 1936.
Fonti e Bibl.: Necrol. In Il Messagero, 25 ag. 1939; Corriere della sera, 25 ag. 1939; La Tribuna, 25 ag. 1939; Roma, Archivio centrale dello Stato, Segret. part. d. Duce, Ordinario, fasc. 509.397, 509.740; Ibid., Pres. Cons. Ministri 1940-43, 5/1 n. 5372-3 (già 5.1.1555.3 1934-1936); N. Spano, L'Università di Roma, Roma 1935, p. 310; P. Scarpa, Sessant'anni di vita romana, II, Roma 1957, p. 39; G. D'Arrigo, Cento anni di Roma capitale, Roma 1970, pp. 164-172; I. Insolera, Roma moderna, Torino 1971, pp. 127, 167 (nell'indice finale registrato erroneamente sotto il nome di Prospero Colonna, padre di Piero).