COPPOLA, Piero
Nacque a Milano l'11 ott. 1888 da Vincenzo e da Teresa Angeloni, entrambi cantanti, e l'avvio agli studi musicali divenne una scelta logica, se non quasi obbligata. Li intraprese presso il conservatorio G. Verdi di Milano, dove studiò pianoforte e poi composizione, diplomandosi brillantemente nel 1910. Fu maestro sostituto al Regio di Torino e alla Scala, direttore d'orchestra a Modena, Firenze e Bologna. Fu anche a Bruxelles (1913), Londra (1914 e poi 1923), Oslo (1915-1917) e Copenaghen (1918-19; cfr. Chi è?, 1936). Egli si produsse comunque subito nella duplice veste di compositore e di direttore. Già nel 1910 scriveva un brano dal titolo Scherzo fantastico e contemporaneamente l'opera lirica Simione. Nel 103 componeva un altro brano sinfonico dal titolo Sous la cloche, ma la prima affermazione ufficiale doveva venire con la composizione lirica Nikita, che nel 1914 ottenne il terzo posto al concorso MacCormick, di Parma. Nikita (inedito) in realtà più che un'opera lirica è una strana composizione, ove pantomima e canto si inseguono con effetti bizzarri, ma comunque velleitari.
Come direttore d'orchestra, invece, egli si impose a Firenze e a Modena, ove diresse La fanciulla del West, opera che portò anche al teatro dell'opera di Bruxelles. Nel 1915 bisogna segnalare l'esecuzione di due suoi Poemetti all'Augusteo di Roma sotto la direzione di T. Serafin. Il C. iniziò dopo il 1915 una peregrinazione in molti paesi d'Europa; il significato della sua missione di direttore divulgatore è lui stesso a chiarirlo in una relazione tenuta a Firenze nel 1938: "il direttore d'orchestra, salvo casi speciali e isolati, è un poco zingaro, vale a dire sempre in giro per affrontare nuovi pubblici e nuove orchestre, in paesi e razze diverse".
In questo periodo cominciò ad affrontare una serie di delicati problemi di organizzazione e di diffusione musicale: le sue riflessioni emergeranno in due relazioni congressuali tenute a Firenze. Le varie problematiche, collegate, trovarono una risposta pratica nell'attività scelta dal compositore dopo il 1919. In quegli anni, infatti, il C. visse a Parigi almeno fino al 1939. ottenne la nomina di direttore artistico della Compagnie frangaise du gramophone e si dedicò alla diffusione ed alla registrazione non tanto del repertorio lirico, il quale godeva già da qualche tempo dell'aiuto del disco, quanto piuttosto della diffusione del materiale sinfonico.
A leggere le sue relazioni, la prima tenuta nel 1937, dal titolo La funzione educatrice del disco, in Atti del Secondo Congresso internazionale di musica (Firenze 1937), Firenze 1940, pp. 166-72, e la seconda nel 1938, intitolata Rievocazioni di un maestro girovago (Dal vecchio repertorio a Maurice Ravel), in Atti del Terzo Congresso internazionale di musica (Firenze 1938), Firenze 1940, pp. 143-147, in ordine cronologicamente inverso, si ha la sensazione che.la scelta di essere direttore artistico d'una casa discografica fosse legata a precise finalità educative. Si era reso conto sia delle difficoltà di una precisa diffusione del materiale sonoro, spesso snaturato da esecuzioni fortunose e arbitrarie, sia delle possibilità che il disco aveva di diventare specchio in cui gli interpreti potevano confrontarsi, assicurando al contempo la diffusione dei brani, in versioni controllate e rigorose, anche negli angoli più remoti della terra.
A Parigi, mentre assolveva ai suoi nuovi compiti, il C. continuava la sua attività di direttore d'orchestra, dirigendo numerosi concerti nel corso del 1924 sia al conservatorio sia ai Concerti Pasdeloup. Contemporaneamente egli continuò a comporre, dedicandosi in prevalenza alla musica sinfonica: ne risultarono la Sinfonia in la min., Deux danses symphoniques e l'Interlude dramatique. Si legò in quegli anni d'amicizia con Ravel, del quale non solo ammirava il talento, ma anche lo scrupolo nel curare l'edizione delle sue opere. Nel 1939 si trasferì a Losanna ove per molti anni diresse l'orchestra della Suisse Romande e altri complessi di varie emittenti radiofoniche elvetiche.
Morì a Losanna il 16 marzo 1971.
Personalità estremamente interessante nel campo della musica del nostro secolo, fu presto dimenticato, proprio perché dedicò le sue cure maggiori alla fase organizzativa e divulgativa, piuttosto che a quella interpretativa, ma anche perché svolse quest'ultima spesso al di fuori dei consueti circuiti di fruizione.
Stimato per la sua attività di divulgatore, come compositore non si sollevò dalla mediocrità, rimanendo nel rango degli imitatori moderati di certo sinfonismo straniero. Tra le sue composizioni, oltre alle opere teatrali: Sirmione (1910) e Nikita (1914), siricordano per orchestra: Scherzo fantastico (1910), Sousla cloche (1913), Pezzo triste (1914), Due poemetti (1914). Pezzo elegiaco (1915), Studio in semitoni (1917), Sinfonia in la minore (1924), Interlude dramatique (1928), Deux danses symphoniques (1929), Le Jardin des caresses (balletto, 1936).
Bibl.: Necr., in Corriere della sera, 19 marzo 1971, p. 3; W. A. Holmes, P. C., in Grand Baton, XX (1974), 3-4 (con discografia); A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 148; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 367; Suppl., p. 213; D. Ewen, Living Musicians, New York 1940, p. 89; H. Riemanns Musik-Lexikon, I (1959), s.v.; Encicl. della musica Ricordi, I, p. 539; La Musica, Diz., I, p. 435; The New Grove Dict. of Music and Musicians, IV, pp. 726 s.