MEDICI, Piero di Cosimo de'
Nato nel 1416, ebbe finissima educazione: colto nelle lettere classiche, non trascurò il volgare, con Leon Battista Alberti, promotore del "certame coronario" del 1441. Vivente il padre, sostenne diverse ambascerie e l'ufficio di gonfaloniere (1461) e si dimostrò "uomo accorto e di sano giudizio". Ma la gotta ne indeboliva la fibra e lo rendeva per lunghi periodi inabile agli affari. Così, quand'egli, alla morte di Cosimo (1464), si trovò a capo dello stato fiorentino, gli avversarî e gli amici malfidi della signoria medicea tentarono di scrollarne il dominio: il fatto che Piero aveva richiesto la restituzione delle somme prestate dal padre, alienando da lui gli animi dei suoi stessi fautori, offriva ai nemici terreno favorevole. Pure la congiura fu sventata (1466), e un'impresa dei fuorusciti, aiutati copertamente da Venezia, ma combattuti da Napoli e da Milano, fallì alla Molinella (1467). Piero fu mite nel punire, e riprese a dirigere nell'ombra Firenze, al modo del padre, beneficando il popolo, divertendolo con le feste, fra le quali celebre la giostra di Lorenzo (1469), proteggendo letterati e artisti; tra questi ultimi principalmente il Botticelli. Durante la sua reggenza la famiglia si consolidò finanziariamente, ma s'indebolì politicamente. Morì compianto il 2 dicembre 1469.
Bibl.: Oltre alle storie dei Medici e di Firenze, cfr. G. Pieraccini, La stirpe dei Medici di Cafaggiuolo, I, Firenze 1924, p. 49 segg.