Uomo politico fiorentino (Firenze 1452 - Roma 1522), priore (1481), amico di Piero de' Medici, di cui fu ambasciatore presso Carlo VIII (1493), gonfaloniere di giustizia (1501), poi (1502) gonfaloniere a vita. Durante il suo governo riformò l'erario e l'ordinamento giudiziario, accolse l'idea di Machiavelli per una milizia stanziale e condusse a termine la conquista di Pisa. Ma la sua debolezza politica, aspramente bollata da Machiavelli in un famoso epigramma (La notte che morì Pier Soderini L'anima andò dell'inferno alla bocca; Ma Pluto le gridò: anima sciocca! Che inferno! vanne al limbo coi bambini!), si palesò, quando accettò la richiesta di Luigi XII di Francia di convocare a Pisa un concilio contro Giulio II. La mossa provocò l'interdetto contro Firenze e l'alleanza del papa coi Medici. Sopravvenendo l'esercito del viceré R. F. de Cardona, S. fuggì (1512) prima a Siena, poi a Ragusa. Giunse infine a Roma, bene accolto da Leone X, che intendeva così avvicinare il cardinale Francesco Soderini a lui ostile.