Arditi, Pierre
Attore teatrale e cinematografico francese, nato a Parigi il 1° dicembre 1944. È uno dei più importanti protagonisti del teatro e della televisione del suo Paese; nel cinema il suo nome è legato soprattutto alla lunga collaborazione con il regista Alain Resnais, per il quale ha interpretato, in ben sei film, soprattutto personaggi di uomini vulnerabili e smarriti, in balìa degli eventi, ai quali ha comunque prestato un'autoironia che con altri registi si è concretizzata in ruoli brillanti e perfino comici.
Dopo aver debuttato in teatro nel 1965, nel 1971 è stato protagonista del primo dei suoi molti film televisivi, Blaise Pascal di Roberto Rossellini. Nel cinema, dopo ruoli di secondo piano con Yannick Bellon (L'amour violé, 1977) e con Robert Enrico (Pile ou face, 1980, Sorvegliate il vedovo), sul set di Mon oncle d'Amérique (1980), in cui aveva una parte minore, è avvenuto il decisivo incontro con Resnais: l'ingresso in quello che è stato chiamato 'l'atelier Resnais' farà di lui, soprattutto a partire dagli anni Novanta, una delle figure chiave del cinema francese. Personaggio secondario ancora in La vie est un roman (1983; La vita è un romanzo), nel 1984 è stato finalmente protagonista in L'amour à mort, e due anni dopo in Mélo (per il quale ha ricevuto un César): opere che formano una sorta di trilogia sul melodramma sentimentale, applicandone le regole e nello stesso tempo forzandone le strutture formali. In seguito, per alcuni anni ha lavorato solo con altri registi, alternando figure patetiche 'alla Resnais' (come in Agent trouble, 1987, L'ultima corsa, di Jean-Pierre Mocky, o in Bonjour l'angoisse, 1988, di Pierre Tchernia) a personaggi tendenti piuttosto al tragicomico (come in Vanille-fraise, 1989, di Gérard Oury, o in La petite apocalypse, 1990, La piccola apocalisse, di Costa-Gavras). Ma è ancora con Resnais, nei due 'film gemelli' Smoking (1993) e No smoking (1993), che ha ottenuto il suo maggiore successo, ricevendo due successivi César per un'acrobatica performance che lo ha portato a interpretare quattro personaggi diversi in un vertiginoso e proliferante intreccio di 'vite possibili' legate ai capricci del caso. Dopo altri due melodrammi, uno del tutto convenzionale, L'hussard sur le toit (1995; L'ussaro sul tetto) di Jean-Paul Rappenau, l'altro, allegramente parodistico, Hommes, femmes: mode d'emploi (1996; Uomini, donne: istruzioni per l'uso) di Claude Lelouch, nel 1997 è stato nuovamente diretto da Resnais in On connaît la chanson (Parole, parole, parole…), commedia amara in cui si fa un uso ironico e straniante delle canzoni. Dopo un altro tipico Lelouch, Hasard ou coïncidences (1998; Per caso o per azzardo), il suo ultimo ruolo (in Les acteurs, 2000, di Bertrand Blier, nel quale interpreta sé stesso) è una amara e disincantata riflessione autobiografica sul mestiere di attore e sull'avanzare dell'età.
F. Thomas, L'atelier d'Alain Resnais, Paris 1989.