Scrittore francese (Parigi 1688 - ivi 1763). Dopo aver studiato legge prese a frequentare i salotti letterarî del tempo, specie quelli di M.me Lambert e di M.me de Tencin. Nella "querelle des anciens et des modernes" fu dalla parte dei moderni e pubblicò nel 1716 Homère travesti, ou l'Iliade en vers burlesques e poi Télémaque travesti (pubbl. 1736), parodia dell'opera di Fénelon, dove sono presi di mira gli abusi del regno di Luigi XIV. Nel 1720 la bancarotta di J. Law e il conseguente dissesto finanziario lo costrinsero a cercare un guadagno più immediato nel giornalismo. Fu unico redattore del giornale Le spectateur français (1721-24), sostituito poi da L'indigent philosophe (1726) e quindi dal Cabinet du philosophe (1734), tutti e tre ispirati dallo Spectator di Addison. Si dedicò al romanzo (Pharsamon, ou Les folies romanesques, 1712, pubbl. 1737; Les aventures de *** ou Les effets surprenants de la sympathie, 5 voll., 1713-14 e La voiture embourbée, 1714), portando a maturazione nei suoi due capolavori, La vie de Marianne (11 voll., 1731-41; un 12º vol. fu aggiunto da M.me Riccoboni [Marie-Jeanne Laboras de Mézières] nel 1761) e Le paysan parvenu (5 voll., 1735-36), l'ideale di un'indagine realistica e soprattutto psicologica estesa a personaggi di umile condizione. Ma la fama di M. è legata al suo teatro, che è stato riscoperto e apprezzato solo nel sec. 20º. Nel 1720 M. aveva fatto rappresentare senza successo una tragedia, Annibal, ma nello stesso anno L'Amour et la vérité e Arlequin poli par l'amour furono bene accolte al Théâtre-Italien. Da allora M. scrisse in circa vent'anni una quarantina di commedie, dove il tema dell'amore nascente s'intreccia ad altri temi di vario genere in un gioco sottile regolato dall'intelligenza e dalla sensibilità (marivaudage). Tra le più celebri: La surprise de l'amour (1722), La double incostance (1723), Le Prince travesti (1724); le due commedie satiriche L'Île des esclaves (1725) e L'Île de la raison (1727); Le jeu de l'amour et du hasard (1730), Le triomphe de l'amour (1732), L'heureux stratagème (1733), Les legs (1736), Les fausses confidences (1737), La joie imprévue (1738), L'épreuve (1740). Eletto membro dell'Académie française nel 1743, M. tornò al teatro senza successo con La dispute (1744) e Le préjugé vaincu (1746); quindi, senza più scrivere, passò gli ultimi anni della sua vita in solitudine, amareggiato da gravi ristrettezze economiche.