MARCA, Pierre de
Nato a Gan, nel Béarn (Bassi Pirenei), il 24 gennaio 1594, da nobile famiglia forse d'antica origine spagnola, fece i suoi studî ad Auch e a Tolosa, dopo i quali fu eletto al consiglio sovrano di Pau (1615). Quando sei anni più tardi, Luigi XIII elevò questo consiglio al grado di parlamento, il M. fu chiamato a esserne il presidente: e ciò perché egli, difensore della fede cattolica in un paese guadagnato al calvinismo, godeva la più completa fiducia del re. Negli anni successivi, il M. acquistò cariche e onori nuovi: nel 1639, fu nominato consigliere di stato. Affermatosi ormai solidamente come politico e come scrittore, ebbe dal Richelieu l'incarico di confutare l'Optatus gallus de cavendo scismate di Carlo Hersent, ciò che egli fece componendo il suo celebre De concordia sacerdotii et imperii (Parigi 1641, primo volume solo pubblicato). In quest'opera egli prese posizione nelle discussioni sulle libertà della chiesa gallicana, e malgrado i suoi sforzi conciliativi, non riuscì a evitare la censura di Roma, che lo giudicò quasi eretico. L'ostilità di Roma fu di non poco intralcio alla carriera ecclesiastica del M., ch'egli aveva abbracciata dopo la morte della moglie, Margherita di Forgues, avvenuta nel 1631; per molti anni, infatti, egli dovette attendere le bolle papali confermanti la sua nomina al vescovato di Conserans, che Urbano VIII s'era costantemente rifiutato di spedirgli. Le ottenne solo nel 1647 da Innocenzo X, dopo che si fu ritrattato con un Libellus pubblicato l'anno innanzi.
A partire da questo momento, e soprattutto per il fatto d'aver preso parte attiva alla lotta contro i giansenisti, il M. divenne persona grata a Roma e poté continuare con successo la sua carriera. Elevato alla sede di Tolosa nel 1652 divenne più tardi arcivescovo di Parigi, dopo che il cardinale di Retz ebbe rassegnato le dimissioni da quel posto: ma la morte lo colse appena ebbe ricevuto le bolle papali (29 giugno 1662). Con lui, Luigi XIV perdeva uno dei migliori ministri e la Francia uno storico e un teologo della più grande erudizione.
Delle opere del M. ricordiamo, oltre le citate, la pregevole Histoire de Béarn (1ª ed., Parigi 1640); altri scritti editi e inediti trattano della primazia della sede di Lione, della questione gianseniata e di altri argomenti.
Bibl.: S. Baluze, De vita, rebus gestis... Petri de M. Epistola ad Samuelem Sorberium, Parigi 1663; P. De Faget, Vita Petri de M., nell'ed. delle Dissertationes postumae, Parigi 1668; V. Dubarat, Notizia biografica, nella nuova edizione della Histoire de Béarn, I, Pau 1894.