Poeta francese (castello della Possonnière, Vendôme, 1524 - Saint-Cosme-en-l'Isle, Tours, 1585). Fu il fondatore e capo riconosciuto della scuola poetica della Pléiade. La necessità di esprimere un'ampia varietà di temi e d'accenti portò R. a rinnovare il linguaggio poetico del Cinquecento, attraverso l'imitazione dei classici, la riabilitazione e l'elaborazione accurata di alcuni versi (per es., l'alessandrino), l'introduzione di nuove forme poetiche, anche se, a volte, la sua poesia risente del sovraccarico culturale e del peso didascalico.
i nobile famiglia, studiò per breve tempo nel collegio parigino di Navarra (1533-34), visse a corte come paggio e (1537) seguì in Scozia la figlia di Francesco I, sposa di Giacomo I Stuart. Al ritorno fu colpito da una grave malattia che lo rese quasi sordo; dovette rinunciare alla carriera diplomatica e militare, e si dedicò agli studi classici sotto la guida dell'ellenista J. Dorat, nel collegio di Coqueret. Con J.-A. de Baïf e J. du Bellay costituì il nucleo della nuova scuola poetica che nel 1556 designò con il nome di Pléiade. Nel 1543 ricevette la tonsura, e godette di benefici ecclesiastici. Nel genn. del 1550 pubblicò Les quatres premiers livres des odes, in decasillabi, dedicati alla fiorentina Cassandra Salviati, in cui si proponeva di imitare le "grandes odes" pindariche; nel 1552 seguì un quinto libro. Di ispirazione petrarchista sono i sonetti degli Amours de Cassandre (1552), mentre la suggestione di Orazio e Anacreonte è più evidente nelle raccolte Le bocage (1554) e Les mélanges (1555), per i temi epicurei della gioia di vivere e amare, la percezione viva della natura, il senso della fuga del tempo e dell'avanzare inesorabile della morte, motivi che, del resto, con diverse modulazioni espressive, troviamo in tutta la sua opera. Del 1555 è la Continuation des Amours e dell'anno successivo la Nouvelle continuation des Amours, ispirate da una contadina, Marie Dupin; in esse R. evolve verso un lirismo più familiare. Di un'efficace eloquenza gli Hymnes (in 2 libri, 1555-56), poemetti in alessandrini, in cui R., in una sorta di meditazione morale e teologica, riprende i miti classici, interpretandoli con ricchezza di immagini secondo lo spirito dei nuovi tempi. I Discours (1562-63) sono polemici, e spesso violenti, sermoni ispirati dalle guerre di religione, contro il protestantesimo, in difesa delle tradizioni cattoliche della sua patria. Poeta ufficiale di corte dal 1558 sotto Enrico II, scrisse numerose poesie di circostanza, riunite nel 1565 nelle Élégies, mascarades et bergeries. Tentò anche la poesia epica, tracciando nella Franciade il disegno di un grande poema sulle origini della dinastia reale di Francia: vi lavorò a lungo, incoraggiato da Carlo IX, ma pubblicò (1572) solo quattro dei ventiquattro canti progettati, e poi l'abbandonò. Alla morte di Carlo IX (1574) frequentò sempre meno la corte e tornò alla poesia d'amore con i Sonnets sur la mort de Marie e i Sonnets pour Hélène (1578), dedicati a Hélène de Surgères, in cui ritrova l'ispirazione petrarchista, ma con meno artificio e più malinconia. Nei Derniers vers (post., 1586), arriva a una forma di realismo doloroso, nella rappresentazione della vecchiaia e della malattia. La dottrina linguistica e critica di Malherbe, tesa alla codificazione di una lingua "pura", e l'Art poétique di Boileau, che condannava il "faste pedantesque" di R., portarono alla svalutazione della sua opera. Essa fu rivalutata da Sainte-Beuve nel Tableau historique de la poésie française et du théâtre français au XVIeme siècle (1828), seguito da una scelta di poesie di Ronsard.