Drammaturgo (Parigi 1606 - ivi 1658). Fece rappresentare e pubblicò fra il 1628 e il 1655 una ventina di opere drammatiche, che contano nella storia del teatro francese della prima metà del secolo per l'evoluzione del genere. Nelle sue tragicommedie (Arétaphile, 1628; Clitophon, 1629; Argenis et Poliarque, 1629; Lisandre et Caliste, 1630; Alcimédon, 1632; Clémédon, 1634) egli non tiene conto alcuno delle discussioni allora vivissime sulle tre unità, e mantiene una completa libertà d'intrecci e di spostamenti d'azione; tratta preferibilmente argomenti storici, con evidenti riferimenti alla politica del tempo. Meno interessanti le sei tragedie Lucrèce (1636), Alcionée (1637), Saül (1639), Esther (1644), Scévole (1647) e Thémistocle (1648), che risentono già delle nuove tendenze e dei trionfi di Corneille e in cui le regole sono rigorosamente osservate. La sua opera migliore è tuttavia una commedia, Les vendanges de Suresnes (1635), che segna una trasformazione della pastorale in commedia di costumi, anche per l'ambiente parigino che rappresenta, e s'ispira in parte al Pentimento amoroso del nostro Luigi Groto (1576). Mediocri le tragicommedie degli ultimi anni, da Nicotris (1650) ad Anaxandre (1655). Nel 1646 era entrato nell'Académie Française.