CURIE, Pierre e Marie
Pierre C., nato a Parigi il 15 maggio 1859 e morto il 19 aprile 1906, schiacciato da un veicolo, si può considerare come uno dei più importanti fondatori della dottrina della radioattività. Nella sua attività scientifica egli fu coadiuvato dalla consorte e collaboratrice Marie Sklodowska nata a Varsavia il 7 novembre 1867.
Il C. esordì nel 1880 con notevoli ricerche sui fenomeni piezoelettrici eseguite nel laboratorio di fisica dell'antica Sorbona: da queste ricerche fu condotto a esporre ingegnose vedute sulla simmetria cristallina. Passò poi nel laboratorio fondato dallo Scnützsenberger, ove studiò gli effetti delle variazioni di temperatura sulle proprietà magnetiche. Ma le ricerche che gli valsero grande fama e notorietà furono quelle sui corpi radioattivi nelle quali ebbe, fino dal 1897, la collaborazione della moglie. È noto come nel 1896, il Becquerel, nel corso di alcune sue ricerche sulla fosforescenza, scoprisse la proprietà dei sali di uranio, di emettere spontaneamente delle radiazioni. Nel 1897 Marie C. e lo Schmidt quasi contemporaneamente riscontrarono proprietà analoghe nei sali di torio. Le ricerche del Becquerel e dei coniugi C. dimostrarono essere la radioattività una proprietà atomica, cioè dipendente dalla percentuale dell'elemento radioattivo nei composti. Ora nel 1897 e 1898, i C., esaminando alcuni campioni di pechblenda di Joachimsthal (minerale di uranio), trovarono che essi erano molto più radioattivi dello stesso uranio metallico; ne conclusero che nel minerale doveva essere contenuto qualche elemento sconosciuto più radioattivo dell'uranio e si proposero d'isolarlo prendendo come guida nelle separazioni la radioattività, mezzo in questo caso più sensibile anche della spettroscopia. Dopo lunghe e pazienti operazioni poterono così isolare composti del bismuto circa 400 volte più radioattivi dell'uranio: tale forte radioattività fu attribuita a un elemento chiamato polonio, in onore della patria di Marie C. Questo elemento fu poi isolato da Marie C. e A. Debierne, ma non si poté mai ottenerlo in quantità pesabili. Nello stesso anno (1898) i coniugi C., unitamente a G. Bémont, ottennero pure, dalla pechblenda, del cloruro di bario fortemente radioattivo: l'elemento sconosciuto produttore di tale radioattività fu chiamato radio. Dopo ricerche eseguite fra il 1899 e 1903, i C. riuscirono a isolare il cloruro e il bromuro di questo elemento allo stato puro, con una lunga serie di frazionamenti, approfittando della minor solubilità di questi sali in confronto ai corrispondenti di bario: da 7000 kg. di minerale ottennero così circa 1 gr. di bromuro di radio, sufficiente per studiare a fondo le straordinarie proprietà di questo elemento. I coniugi C., che in ricerche precedenti avevano già studiato la natura delle radiazioni emesse e il fenomeno della radioattività indotta (poi spiegato da E. Rutheford con la scoperta e lo studio dell'emanazione), poterono, col campione di sale puro, fare, unitamente ad A. Laborde, l'osservazione sorprendente che tale prodotto emetteva in modo continuo e costante del calore senza variazione sensibile di peso. Ciò apparve allora in contraddizione col principio della conservazione dell'energia; solo più tardi si poté spiegare il fenomeno in base al concetto di disintegrazione atomica svolto da Rutheford e F. Soddy. I coniugi C. fecero anche le prime osservazioni sugli effetti fisiologici delle sostanze radioattive. In loro onore fu dato il nome di Curie a una misura dell'emanazione del radio.
Le ricerche dei C. destarono un interesse e un'impressione enorme nel campo scientifico. Nel 1904 fu ripartito il premio Nobel fra i C. e Becquerel. La facoltà di scienze di Parigi creò per lui una cattedra di fisica avente per principali obiettivi gli studî sulla radioattività. Dopo la morte di Pierre C., l'insegnamento e le ricerche furono continuate da Marie C., la quale riuscì nel 1910 a isolare il radio metallico. In seguito gli studî sui fenomeni radioattivi furono continuati in prevalenza dai chimici inglesi.
Curieterapia. - Denominazione usata specialmente dai Francesi per indicare l'applicazione delle radiazioni originate dal radio e dagli altri corpi detti radioattivi (comunemente usato, oltre il radio, è il mesotorio) alla cura di molte affezioni cutanee e degli organi interni, compresi i neoplasmi maligni.