DUMONT, Pierre-Étienne
Uomo politico e filosofo, nato a Ginevra nel 1759, morto a Milano nel 1829. Discendente da una famiglia di ugonotti francesi, rifugiati a Ginevra dopo la revoca dell'editto di Nantes, il D. fece studî teologici e nel 1781 fu ascritto alla compagnia dei pastori della Chiesa calvinista. Ben presto fu chiamato a Pietroburgo per l'assistenza religiosa di quella comunità riformata di lingua francese e dalla Russia passò poi in Inghilterra, come precettore dei figli del marchese di Lansdowne, che gli procurò un ufficio nel dicastero delle Finanze inglese. Il D. ebbe quindi campo di stringere amicizia con pensatori di tendenze avanzate, quali il Romilly e soprattutto il Bentham. Quando la rivoluzione trionfò in Francia, il D. vi si trasferì e fu ammesso nell'intimità del Mirabeau, collaborando con lui alla redazione del Courrier de Provence. Nel 1791 il D., scoraggiato dalla piega che prendevano i moti rivoluzionarî, abbandonò la Francia e ritornò a Ginevra, ove rimase sin quando la città fu occupata dai Francesi (1798). Ritornò allora in Inghilterra, e si strinse sempre più al Bentham, di cui divenne, e rimase poi sempre collaboratore, curando l'edizione francese delle sue opere. Quando Ginevra poté rivendicare la sua indipendenza nel 1814, il D. vi accorse e divenne membro del Consiglio rappresentativo della Repubblica. In seno a questo, egli capitanò una corrente moderatamente progressiva, che riuscì a soverchiare quella più conservatrice guidata dal primo sindaco Joseph des Arts. Il regolamento del Consiglio rappresentativo, che fu dettato dal D. e che questi riuscì a far applicare, fu considerato dai liberali del tempo un modello di prassi costituzionale. Il D. presiedette alla riforma del sistema penitenziario; ma fu meno fortunato nei tentativi di fare adottare il codice penale da lui preparato.