FLANDIN, Pierre-Étienne (App. I, p. 603)
Nella legislatura del 1936 assunse, in qualità di presidente dell'Alleanza democratica, il ruolo di leader dell'opposizione e le sue preoccupazioni conservatrici di fronte alla vittoria elettorale del Fronte popolare si acuirono in modo tale da renderlo - in opposizione alla sua precedente politica di negoziati verso l'URSS (1935) e l'Inghilterra (1936) - assertore di una politica di capitolazione di fronte a Hitler. Il 7 luglio 1940 fece pressioni su A. Lebrun perché lasciasse la presidenza della repubblica e il 10, all'assemblea nazionale, perorò la concessione dei pieni poteri a Pétain. Si limitò ad una collaborazione col governo di Vichy, mai con le autorità tedesche: fu ministro degli Esteri dal 13 dicembre 1940 al 10 febbraio 1941, cercò di sviluppare la base del compromesso Rougier e, su imposizione tedesca, dovette rassegnare le dimissioni. In vista del prossimo sbarco alleato si trasferì, nell'ottobre 1942, in Algeria, ove rientrò in rapporti col console americano R. Murphy. Arrestato nell'ottobre 1943, l'alta corte di giustizia lo condannò il 26 luglio 1946 a cinque anni di degradazione nazionale, condonati per i suoi atti in favore della resistenza. Ha pubblicato Politique française 1919-40, Parigi 1947.
Bibl.: A. Garosci, Storia della Francia moderna, Torino 1947; F. Goguel, La politique des partis sous la IIIe Republique, Parigi 1946; Le procès Flandin, Parigi 1947.