BERTHELOT, Pierre-Eugène-Marcelin
Chimico insigne, nato a Parigi il z5 ottobre 1827 da Jacques-Martin e da Ernestine-Sophie-Claudine-Picard. Nei suoi studî al Licée Henry IV egli entrò in strette relazioni con Renan, già più innanzi negli studî, e iniziò così quell'amicizia che doveva durare, feconda di studî e d'incitamenti, tutt'una vita. Berthelot frequentò i corsi della Facoltà di medicina, ma, contemporaneamente, anche quelli della Facoltà di scienze, nei quali si licenziò nel 1849. All'età di venti anni entrò nel laboratorio d'insegnamento pratico della chimica, fondato da Pelouze, e che era un'istituzione di carattere privato. Ivi Berthelot compì il suo primo lavoro scientifico che fu pubblicato nel 1850. Nel 1851 entrò come preparatore di Balard al Collège de France dove restò nove anni, iniziando e proseguendo i suoi lavori sulla sintesi delle sostanze organiche. Nel 1854 conseguì il dottorato in scienze fisiche. Finalmente nel 1859 ebbe alla scuola di farmacia la cattedra di chimica organica, che fu creata specialmente in seguito all'interessamento di Dumas, e più tardi (1864), la cattedra di chimica organica al Collège de France.
Fu ministro dell'istruzione pubblica nel 1886-87 e degli esteri nel 1895. Nel 1863 fu nominato membro dell'Accademia di medicina, nel 1873 dell'Accademia delle scienze, nel 1889 ne divenne segretario perpetuo e nel 1901 membro dell'Académie française. La maggior parte delle grandi accademie estere lo accolsero nel loro seno. Morì il 18 marzo 1907, poche ore dopo la moglie, e fu sepolto nel Panthéon.
L'opera di B., rivolta principalmente alla chimica, si estende anche alla storia della sua scienza, alla filosofia scientifica, a molti problemi pratici, educativi, ecc. Essa si trova disseminata in innumerevoli pubblicazioni periodiche, in particolare nei Comptes-Rendus dell'Accademia delle scienze. I risultati principali dei suoi studî sono però stati riassunti dall'autore stesso in importanti lavori, che hanno esercitato spesso un'influenza decisiva sullo sviluppo della scienza. Essi si possono suddividere in massima secondo i soggetti seguenti.
Studî di sintesi organica. - sebbene la sintesi delle sostanze organiche, così importante anche dal lato teorico, fosse stata ottenuta già da chimici precedenti, come il Wöhler, Berthelot fu il primo a studiare in modo grandioso e sistematico la sintesi organica, sia delle sostanze più semplici dagli elementi, sia di quelle più complicate dalle più semplici. Iniziò i lavori con la sintesi delle sostanze grasse, da glicerina ed acidi organici. Nel 1860 preparò l'alcool partendo dall'etilene (che del resto era già stato ottenuto nel 1828 da Faraday). Si occupò poi della sintesi degl'idrocarburi. I suoi lavori d'insieme più importanti in proposito sono: Chimie organique fondée sur la synthèse, Parigi 1860; Leçons sur les méthodes générales de synthèse en chimie organique, Parigi 1864; La synthèse chimique, Parigi 1876; 8ª ed. 1897; Traité élémentaire de chimie organique, Parigi 1872, 4ª ed. 1907-08, voll. 2, in collaborazione con E. Jungfleisch. Quest'ultima opera si rivolge ad un pubblico più ampio. Agli studî precedenti si riconnettono quelli sull'origine e la sintesi dei petrolî. Le sue ricerche sugl'idrocarburi sono raccolte in Les carbures d'hydrogène (1851-1901): recherches expérimentales, voll. 3, Parigi 1901.
Termochimica. - Berthelot si propose anche, e perseguì uno studio sistematico e completo della produzione (o assorbimento) di calore che si verifica durante le reazioni chimiche, connesso alla ricerca di leggi generali in proposito, e ad un'interpretazione che dovrebbe spiegare l'affinità chimica e il senso delle reazioni. Un compito analogo, svolto anch'esso con somma abilità e alcune volte con maggiore perizia, fu perseguito contemporaneamente dal chimico danese Thomsen. L'opera di Berthelot in questo senso, insieme con quella dei suoi numerosi collaboratori proseguì per circa mezzo secolo, e ha arricchito la scienza di dati preziosi, di maggiore valore anche perché sono controllati e controllano quelli ottenuti da Thomsen. Più discusse sono state le sue idee teoriche, in particolare quella che predice come più stabile il prodotto che si forma con maggiore produzione di calore, e che dovrebbe esprimere in modo compiuto le conseguenze che si possono trarre dalla seconda legge della termodinamica. Il lavoro d'insieme su questo argomento è l'Essai de mécanique chimique fondée sur la thermochimie, Parigi 1879. I dati sono riuniti in Thermochimie, données et lois numériques, Parigi 1897, voll. 2. Connessi in certo qual modo a questi studî, sono quelli sulle sostanze esplosive, in parte teorici, in parte pratici. A questo proposito abbiamo lo scritto in due grossi volumi Sur la force des matières explosives d'après la thermochimie, 3ª ed., Parigi 1883. Nel 1899 pubblicò ancora due volumi dal titolo Chaleur animale: principes chimiques de la production de la chaleur chez les êtres vivants.
Equilibrî e reazioni chimiche. - D'importanza fondamentale per questa branca della chimica fisica sono stati i lavori fatti sull'eterificazione in unione a Péan de Saint-Gilles.
Chimica vegetale. - I lavori su quest'argomento furono principalmente eseguiti nella Stazione di chimica vegetale di Meudon, annessa al suo laboratorio al Collège de France. Essi riguardano la fissazione dell'azoto atmosferico da parte delle piante e dei microbî del suolo, e le fermentazioni (Chimie végétale et agricole [1883-1889], Parigi 1890, voll. 4). Caratteristica, a proposito di queste, è la celebre disputa fra Berthelot e Pasteur: il primo riportava tutto alle azioni chimiche, il secondo all'influenza della vita. Lo storico della scienza deve riconoscere l'importanza di entrambi i punti di vista..
Storia della scienza. - L'importanza dei lavori storici di Berthelot è stata grandissima, anche se giustamente si possono rimproverare alle sue pubblicazioni notevoli difetti sia nella pubblicazione di testi antichi (greci, siriaci, arabi), sia nella loro traduzione (dovuta in generale a collaboratori, ottimi filologi, ma non chimici), sia nell'interpretazione e nelle conseguenze che se ne traggono. In ogni modo gli scritti di Berthelot non solo aprirono in gran parte questo campo d'indagine (non si deve dimenticare, però, il lavoro di molti altri, ed in particolare di Hermann Kopp), ma in gran parte, per la mancanza della pubblicazione di altri testi originali, devono essere consultati anche oggi. I suoi scritti principali sono Les origines de l'alchimie, Parigi 1885; Collection des anciens alchimistes grecs, Parigi 1885-88; Introduction à l'étude de la chimie des anciens et du moyen-âge, Parigi 1889; La chimie au moyen-âge, Parigi 1893. Un altro volume più recente è Archéologie et histoire des sciences, Parigi 1906. Ha pubblicato anche un interessante scritto, di carattere prevalentemente apologetico, La Révolution chimique, Lavoisier, Parigi 1890.
Filosofia scientifica. - Berthelot è stato un tenace assertore della concezione materialistica del mondo, e ha cercato di ricondurre ai fenomeni fisici e chimici tutte le varie manifestazioni della vita. Senza avere acquistato in questo campo una funzione direttiva e di prim'ordine, i suoi scritti in proposito sono notevoli per la chiarezza di idee (per quanto sempliciste) e come documento di un movimento filosofico dell'epoca. Si vedano in particolare, Science et philosophie, Parigi 1881; 2ª ed. 1905; Science et morale, Parigi 1897, 2ª ed. 1909. Berthelot si deve considerare come uno dei più notevoli scienziati francesi recenti, che ha avuto una grande influenza sulla scienza in generale, e in particolare sul movimento scientifico del suo paese.
Bibl.: Su Berthelot sono stati pubblicati numerosi articoli e opuscoli, specialmente in occasione della celebrazione del primo anniversario della nascita (1927).