Guattari, Pierre-Felix
Psicanalista e filosofo francese (Villeneuve-les-Sablons, Oise, 1930 - Laborde, Alti Pirenei, 1992). Allievo di J. Lacan, prese parte attiva, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, al nascente movimento dell’antipsichiatria. Militante della sinistra trockista, partecipò al Sessantotto francese, periodo durante il quale strinse un duraturo sodalizio con Deleuze. Il primo frutto di questa collaborazione fu L’Antiœdipe (1972; trad. it. L’Anti-Edipo: capitalismo e schizofrenia), testo che rielabora la nozione freudiana di desiderio, per concepire quest’ultimo come energia creativa e possibile fonte di rinnovamento sociale, e porlo alla base di una critica radicale della psicanalisi (la «schizoanalisi») e delle istituzioni psichiatriche (critica che G. aveva già impostato in Psychanalyse et transversalité, 1972). Con La révolution moléculaire (1977; trad. it. La rivoluzione molecolare) G. si staccò definitivamente dalla tradizione marxista, rifiutandone in partic. la concezione del partito come fulcro del processo rivoluzionario. Completato con Deleuze il progetto dell’Antiœdipe (Mille plateaux, 1980; trad. it. Millepiani: capitalismo e schizofrenia), si occupò anche di ecologismo (Les trois écologies, 1989). Ancora con Deleuze pubblicò Qu’est-ce que la philosophie? (1991; trad. it. Che cos’è la filosofia?); nel 1992 uscì il suo ultimo lavoro, Chaosmose (trad. it. Caosmosi).