LEFEBVRE, Pierre-François-Joseph
Duca di Danzica, maresciallo di Francia, nato a Ruffach (Alsazia) il 29 ottobre 1755, morto a Parigi il 14 settembre 1820. Dopo essere stato sergente delle guardie reali francesi, si trovò nel 1793 ai primi moti della Rivoluzione capitano nell'armata della Mosella. Alla fine di quello stesso anno era al comando d'una divisione d'avanguardia nell'armata del Reno e Mosella sotto Hoche. Seguì di poi in tutte le sue imprese il Jourdan, di cui fu uno dei più fidi luogotenenti, e si segnalò in particolar modo nella battaglia di Fleurs (1794) e di Altenkirchen (1796). Ferito alla battaglia di Stokach (1799), si trovò a Parigi il 18 brumaio e fu tra i fautori di Bonaparte. Compreso nella prima lista dei marescialli di Francia (1804), tenne nella battaglia di Jena il comando della guardia imperiale a piedi e pose poi l'assedio a Danzica, costringendola a capitolare con azione energica e abile, che Napoleone compensò dandogli il titolo di duca di Danzica e un cospicuo appannaggio. Nella guerra di Spagna fu a capo d'un corpo d'armata e nel 1809 cooperò, con i contingenti bavaresi, alle vittorie di Eckmühl e di Wagram. Come comandante della guardia imperiale seguì Napoleone nella campagna di Russia e poi fino all'ultimo nella campagna del 1814 in Francia. Nel 1800 era stato nominato senatore.
Soldato valoroso, più che geniale stratega (dotato però di un naturale colpo d'occhio sul campo) il maresciallo L., che era uomo di non elevata cultura, brillò per lealtà e non abbandonò mai una semplicità di modi e una rude franchezza di linguaggio che rivelavano le sue origini popolari, da lui, caso raro, confessate e ricordate. Quand'era ancora sergente aveva sposato la lavandaia del reggimento, che, nonostante le insistenze anche di Napoleone, non volle mai ripudiare. Le maniere di lei, conservatasi popolana anche nella prosperità, le valsero il soprannome di Madame Sans-gêne.