Pseudonimo dell'ingegnere e scrittore francese Henri-Louise Bourillon (Nizza 1876 - Le Vésinet 1962). Nei suoi romanzi egli descrive il lavoro, faticoso e senza gloria. Intenti di sociologo e di apostolo lo rendono talvolta parziale e limitano la sua visione umana, menomando un'opera che, nei suoi momenti migliori, è vigorosa e sincera, come nei romanzi Marée fraîche (1908), Le rail (1912), Les métiers blessés (1919), La victoire mécanicienne (1920), Le lin (1924), Gueules noires (1938), Gens de coeur (1941), Hormisdas le Canadien (1952). Ha scritto anche opere drammatiche.