Pseudon. dello scrittore francese Julien Viaud (Rochefort-sur-Mer 1850 - Hendaye, Bassi Pirenei, 1923). Affiancò a una lunga e avventurosa carriera di ufficiale di marina, che lo portò nei paesi più lontani e diversi (specie in Estremo Oriente), un'intensa attività di scrittore di romanzi e di libri di viaggio. Dopo il successo di Azyadé (1879), pubblicò numerosi altri romanzi (Mon frère Yves, 1883; Pêcheur d'Islande, 1886, uno dei più noti; Madame Chrysanthème, 1887; Fantôme d'Orient, 1892; Ramuntcho, 1897; Les désenchantées, 1906; ecc.), tutti pervasi d'un impressionismo di grande efficacia evocativa. Anche il suo esotismo non è mai pura e documentaria descrizione, ma vela appena le sue nostalgie, la sua ricerca continua d'evasione, il suo senso della morte. Tutti questi caratteri si ritrovano nei suoi libri di viaggio e di attualità (Au Maroc, 1890; Le Désert, 1895; Les derniers jours de Pékin, 1901; L'Inde sans les Anglais, 1903; La Turquie agonisante, 1913; ecc.). Entrò all'Académie française nel 1891.