MAC ORLAN, Pierre
(pseud. di Dumarchey, Pierre)
Scrittore francese, nato a Péronne (Somme) il 26 febbraio 1882, morto a Saint-Cry-sur-Morin (Seine-et-Marne) il 27 giugno 1970. Trasferitosi a Parigi nel 1899, vi trascorse un difficilissimo decennio di drammatica miseria, nel corso del quale ebbe però modo di frequentare numerosi esponenti della cultura parigina del primo Novecento (Apollinaire, Carco, Jacob, Dorgelès, Picasso); e i temi latamente autobiografici della fame, della solitudine e della frustrazione torneranno in quasi tutti i suoi romanzi, trovando suggestive risonanze soprattutto in quella che è forse la sua migliore prova narrativa, Le quai des brumes (1927; trad. it., Il porto delle nebbie, 1944).
Le prime opere di Mac O. sono satiriche (La maison du retour écoeurant, 1912; Le rire jaune, 1914, trad. it., 1929), ma anche in queste il tema ricorrente è il gusto per l'avventura, del viaggio per mare: tema che dominerà i successivi Le chant de l'équipage (1918; trad. it., 1927), A bord de ''L'Etoile Matutine'' (1920; trad. it., 1927), Petit manuel du parfait aventurier (1920); e che si articolerà in diversa fenomenologia, ma con analogia sostanziale, in La cavalière Elsa (1920), romanzo in cui l'autore immagina che un esercito russo-cinese riesca a conquistare e sottomettere l'intera Europa. Ma occorrerà subito notare che in tutta l'opera di Mac O. l'accento cade non tanto sulle peripezie dei protagonisti − giovani alla ricerca del nuovo o dell'esotico, intellettuali più o meno impegnati, soldati professionisti e legionari, ma anche e soprattutto gli ambigui componenti del caleidoscopio cittadino, malavitosi, prostitute, bohémiens-, quanto sul senso precario dell'esistenza e sulla paura non solo della morte e della guerra, ma più del mistero delle cose che turba perennemente l'uomo, consegnandolo a un'avventurosità illusoria, pura emanazione della sua mente, e peraltro matrice di sofferenze e frustrazione. Ed è probabilmente questa cifra narrativa ad aver richiamato in prima istanza su alcuni romanzi di Mac O. l'attenzione di registi di fama, come J. Duvivier (La bandera, 1935), M. Carné (Quai des brumes, 1938, con sceneggiatura di J. Prévert), C. Autant-Lara (Marguerite de la nuit, 1955).
Tra i titoli della copiosa produzione letteraria di Mac O. si dovranno ricordare almeno: Malice (1923); La Vénus internationale (1923); Marguerite de la nuit (1925; trad. it., 1945); Rue des Charrettes (1927); La bandera (1931; trad. it., 1949); La nuit de Zeebrugge (1934); Le tueur numéro deux (1935; trad. it., Il baule infernale, 1949); Picardie. Roman des aventures du sergent Saint Pierre et de Babet Molina (1943; rist. nel 1958 col titolo Babet de Picardie); Les poissons morts (1917); Aux lumières de Paris (1925); Hambourg (1933; trad. it., 1933); Lautrec peintre de la lumière froide (1934); Montmartre (1945); Images de Paris (1951); La glace à deux faces (1957). Di buon interesse sono anche alcuni volumi di memorie (Le mémorial du petit jour, 1955; La petite cloche de Sorbonne, 1959).
Tutte le opere di Mac O. sono raccolte nelle Oeuvres complètes, 25 voll., a cura di J. Signaux (1969-71).
Bibl.: P. Berger, Mac Orlan, Parigi 1951; AA.VV., Hommage à P. Mac Orlan, in Revue des Belles Lettres, Losanna 1965; B. Baritaud, P. Mac Orlan, Parigi 1971; F. Basson, Portrait de P. Mac Orlan, ivi 1971; Id., P. Mac Orlan, in I Contemporanei. Letteratura francese, 2, Roma 1977, pp. 17-29; Id., Aventuriers ou voyageurs, in Berenice, i (novembre 1980), pp. 94-97; AA.VV., Présence de P. Mac Orlan. Actes d'un colloque, Créteuil 1984.