Nicole, Pierre
Filosofo, teologo e controversista francese (Chartres 1625 - Parigi 1695). Compì i primi studi a Parigi nel collegio di Harcourt (1641-44); successivamente studiò teologia alla Sorbona sotto la guida di Jacques de Sainte-Beuve (1646-49). Nel 1649 divenne baccelliere in teologia, ma rinunciò a proseguire gli studi e la carriera ecclesiastica. Nel 1646 N. aveva avviato il suo insegnamento a Port-Royal, mentre andavano definendosi posizioni diverse riguardo alle istanze polemiche emerse dal dibattito sull’Augustinus di Giansenio, pubblicato postumo a Lovanio nel 1640. In questo contesto N. rinsaldò la sua amicizia con Arnauld, partecipando attivamente al dibattito politico-religioso dell’epoca; a causa delle sue posizioni, fu costretto a tutelarsi celandosi negli anni dietro almeno otto pseudonimi. Quando Pascal iniziò a preparare la stesura de Les provinciales – composte tra il 1656 e il 1657 come reazione alla condanna delle idee gianseniste di Arnauld pronunciata nel 1656 dalla Sorbona – fu N. a fornirgli parte del materiale; N. tradusse quindi l’opera di Pascal in latino sotto lo pseudonimo di Guillame Wendrock, e la pubblicò a Colonia nel 1658. Dalla collaborazione con Arnauld nacque anche la Logique ou l’art de penser, pubblicata anonima a Parigi nel 1662; l’opera ebbe una fortuna eccezionale, tanto da rimanere per oltre due secoli, soprattutto in Francia, il testo di riferimento per lo studio della logica. Il trattato affrontava questioni legate al linguaggio, al problema del metodo, alla teoria della conoscenza, alla metafisica e naturalmente alla logica, in un costante richiamo di evidente ispirazione cartesiana alle idee chiare e distinte, ai lumi naturali, al buon senso. Nel 1663 N. collaborò con Arnauld alla stesura del Justes plaintes des théologiens e nel 1664 diede alle stampe il Traité del la foi humaine e l’Apologie des religieuses, opere che possono essere ricondotte in vario modo nell’ambito del dibattito giansenista. Fra il 1664 e il 1665 N. pubblicò le Lettres sur l’hérésie immaginaire, scritte a imitazione delle Provinciales di Pascal, in cui affronta, tra l’altro, il problema della presenza o meno, nell’Augustinus, delle cinque proposizioni che la bolla Cum occasione (1653) di Innocenzo X condannava come eretiche e nelle quali la facoltà di Teologia di Parigi individuava il nucleo centrale della dottrina di Giansenio. Nel 1667 si giunse alla cosiddetta pace della Chiesa, una temporanea sospensione delle ostilità tra cattolici e giansenisti in Francia; rotta la tregua nel 1679, il movimento giansenista fu perseguitato con crescente accanimento e N., insieme ad Arnauld, si rifugiò all’estero. Contrariamente all’amico, N. venne a patti con le autorità ecclesiastiche e nel 1683 gli fu permesso di rientrare in patria. Il distacco da Arnauld era compiuto, come pure il definitivo abbandono del giansenismo, testimoniato nel Traité de la grâce générale (post., 1715). Negli ultimi anni della sua produzione N. aveva affrontato in numerosi scritti questioni legate al dibattito contemporaneo sulla filosofia e la teologia della preghiera, nonché sulle posizioni dei quietisti. La sua opera più ponderosa restano gli Essais de morale, il cui primo vol. fu stampato a Parigi nel 1671, mentre il sesto e ultimo uscì postumo nel 1714. N. fu autore, tra l’altro, di opere di estetica (Epigrammatum delectus, 1659; Dissertatio de vera pulchritudine et adombrata, 1659; Traité de la comédie, 1667) e di pedagogia (De l’éducation d’un prince, 1670).