AARON (Aron), Pietro
Nato a Firenze verso il 1489, teorico di musica, la sua prima opera Libri tres de Institutione Harmonica editi a Petro Aaron... interprete Io. Antonio Flam[inio] fu pubblicata a Bologna nel 1516.In tale anno a Roma, dove godette del favore di Leone X, fondò una scuola di cantori. Nel 1521 era ad Imola maestro di cappella e istruttore dei fanciulli del coro della cattedrale, nonostante le difficoltà fattegli da alcuni membri del capitolo. Canonico di Rimini è detto nell'edizione del 1523 del Thoscanello de la Musica,e dell'Ordine gerosolimitano - pare che si decidesse a farsi frate per la sua precaria situazione finanziaria - nella ristampa del 1529, Con aggiunte, del Toscanello in Musica (l'autore qui è detto "Piero Aron"). Nel Trattato della natura et cognitione di tutti gli tuoni di Canto Figurato non da altrui più scritti (Venezia 1525), dedicato al patrizio veneto Pietro Gritti, l'A. si diceva Maestro di casa del Rev.do et Magnifico Cavaliere Hierosolimitano messer Sebastiano Michele Priore di Vinetia:e dell'Ordine dei crociferi si diceva, l'A. nel Lucidario in Musica di alcune oppenioni antiche et moderne con le loro Oppositioni et Resolutioni, con molti altri secreti appresso, et questioni da altrui anchora non dichiarati, stampato sempre a Venezia nel 1545.
L'A. visse a lungo a Venezia, a quanto risulta anche da sue lettere e da lettere a lui inviate negli anni 1523-34; era a Padova nel 1535, a Bergamo dal 1536al 1540 (qui nel 1536 vestì l'abito dei crociferi), di nuovo a Venezia, dove morì (o a Firenze, come suppone l'Eitner, di ritorno da Venezia) nel 1545.
Postumo è il Compendiolo di molti dubbi, segreti et sentenze intorno al Canto Fermo, et Figurato, da molti eccellenti et consumati Musici dichiarate. Raccolte dallo Eccellente et Scienziato Autore frate Pietro Aron del Ordine de Crosachieri et della Inclita città di Firenze. In memoria a eterna, erit Aron Et nomen eius numquam destruetur, stampato a Milano, senza data (ma 1547, secondo il Catelani); così come la riedizione del Toscanello del 1562: Nella quale - dice il titolo - dopo le laudi, la origine, la definitione, et la divisione della Musica; con essattissimo et agevolissimo trattato s'insegna tutto quello, che alla pratica del cantare et comporre canti in Musica, et a divenire perfetto Musico, è necessario. Con la aggiunta fatta dall'autore stesso, innanzi morisse. Hora nuoamente con sommo studio, et diligentia riveduta, ricorretta et ristampata.
Varie lettere dell'A. (a Giovanni del Lago, a fra' Paolo Laurino, a Lorenzo Gazio), di Giovanni del Lago, G. M. Lanfranco e ventinove lettere di Giovanni Spataro all'A. sono contenute nella raccolta di Giovanni del Lago (in Vat. Lat. 5318,edita dal Casimiri) intitolata: Epistole composte in lingua volgare, nelle quali si contiene la resolutione de' molti reconditi dubbij della Musica oscuramente trattati da antichi Musici e non rettamente intesi da Moderni a' comune utilità di tutti li studiosi di tale liberale arte novarn ente in luce mandate dal molto di ciò studioso Messer Giovanne del Lago prete della chiesa di Santa Sophiia di Vinegia. Et scritte al Magnifico Messer Girolamo Molino patricio Venetiano.
Posto rilevante ha l'A. nella storia musicale. Nel Toscanello in Musica,a proposito delle cadenze, propone di cambiare eventualmente il sol diesis sulla cadenza del Tenor (mi). Ciò non comporta nessuna mutatio, giacché l'elevato sol (col diesis)mantiene il nome di sol,ma il cambiamento è suggerito principalmente dal fatto che, secondo l'A., la decima minore (sol) sul controbasso (mi) è alquanto dissonante. Per i moderni, tale dissonanza non sussiste; in ogni modo l'avvertimento ci illumina in fatto di cadenze: non si voleva cadenzare in dissonanza, dato che la fermata esige un suono fermo, non dinamico. Più tardi non si volle cadenzare con un accordo minore, forse perché il modo minore è un intorbidamento di quello maggiore e perché il quinto armonico del suono base (avvertibile anche se la nota ad esso corrispondente non è pronunciata) viene ad oscurare la terza minore dell'accordo. È importante rilevare, ancora nel Toscanello, che, già nel 1523, e dunque prima di Zarlino, si venne ad affermare la triade armonica. Questo fu un punto fondamentale e nuovo per la teoria, sebbene la pratica lo conoscesse da tempo, per lo meno da un secolo.
Se l'A. sia Stato anche compositore è dubbio: nel quinto libro delle Frottole di O. Petrucci (Venezia 1505) è un pezzo di un A. "Io non posso più durare"; l'Ambros ritiene che non sia dell'A, teorico (l'avrebbe composto a quindici anni, il che sarebbe da escludere, perché in quel tempo l'educazione e formazione del musicista erano parecchio lente).
Bibl.: J.A. Flaminii, Epistolae familiares, a cura di D. J. Capponi, Bononiae 1744, pp. 461-464; A. Catelani, P.A., in Gazzetta Musicale di Milano, IX (1851), pp. 77-78; W. Ambros, Geschichte der Musik, III, Leipzig 1811, p. 501; H. Riemann, Geschichte der Musiktheorie im IX-XIX Jahrhundert, Berlin 1920, pp. 349-357; R. Casimiri, Il codice vaticano 5318. Carteggio musicale autografo tra teorici e musici del sec. XVI dall'anno 1517 al 1543, in Note d'archivio per la storia musicale, XVI (1939), nn. 3-4, pp. 109 ss.; A. Einstein, The italian madrigal, I, Princeton 1949, pp. 41, 54, 77,156, 196, 226, 294, 319, 399; F. J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, I, Paris 1860, pp. 1-3; Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 2; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 22-23; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, I, p. 72; Encicl. Ital., IV, p. 561; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 665-667.