ACHILLE, Pietro
Nacque a Borgonovo (Piacenza) il 2 febbr. 1799. Fu tra i primi a praticare in Italia la xilografia "di tinta" su legno di testa, nella quale ebbe modo di perfezionarsi dimorando da giovane a Parigi. Si era guadagnato la stima dell'editore Chardon e dell'incisore Adolphe Best, che lo invitarono a collaborare al Magasin Pittoresque, allora da essi fondato (1833). Preparò quindi i grandi legni intagliati per il Mémorial de Sainte-Hélène, che l'editore Bourdin pubblicò nel 1841. Di ritorno in Italia, comunicò le sue esperienze al milanese Luigi Sacchi, che, capo di un'officina d'arti grafiche, divenne il più fervido banditore di quella tecnica, applicata specialmente alla illustrazione del libro.
Nacque così l'edizione illustrata dei Promessi Sposi, seguiti dalla Storia della Colonna infame (Milano, tipografia Guglielmini e Redaelli, 1840), che il Sacchi realizzò con il consenso di Alessandro Manzoni e sotto il patrocinio spirituale di Massimo d'Azeglio, dopo essersi assicurata, per i disegni, la collaborazione di Francesco Gonin, di Giuseppe Sogni, di L. e P. Riccardi, di M. d'Azeglio, del "prospettico" G. Bisi e di altri, e quella dell'A. e di alcuni stranieri, per le incisioni in legno. Per questo l'A. venne lodato dallo stesso Alessandro Manzoni.
L'A. cooperò anche, in servizio della rinnovata editoria milanese, ora firmando ed ora no, all'edizione illustrata delle poesie dialettali di C. Porta e di T. Grossi, a quella delle opere di Andrea Maffei e all'altra, artisticamente più ambiziosa, della Gerusalemme Liberata, promossa, e in parte disegnata, dal Sacchi (1844).
Disegnatore preciso, anche se a volte troppo minuzioso, maestro stimato nell'ambiente del Sacchi (con il più rinomato dei suoi allievi, Francesco Ratti, si trovò sovente associato nel lavoro), l'A. fu anche buon litografo; come tale aveva partecipato nel 1838 ad una pubblicazione commemorativa dell'Arco della Pace, in Milano.
Spirito ardente, l'A., come già nel luglio-agosto 1830 aveva preso parte alla rivoluzione parigina, così nel maggio del 1848, dopo aver parteggiato per il governo provvisorio di Parma, si schierò coi fautori dell'annessione del ducato al Regno di Sardegna. Per questo venne tratto in arresto a Ziano, dove si trovava, e tradotto a Piacenza. Condannato a tre anni di carcere, li scontò solo in parte.
Ritiratosi a Piacenza, continuò a lavorare per l'editoria minore fin quasi alla morte, avvenuta il 12 nov. 1872.
Bibl.: Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 3; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, I, Piacenza 1899, pp. 1-10; L. Servolini, Dizionario illustrato degli incisori ital., Milano 1955,p. 1; Alfr. Petrucci, Gl'incisori dal sec. XV al sec. XIX, Roma 1958, p. 196; Alfr. Petrucci, 1959, Sarino Papalia incisore, Roma p. 4.