ALIBRANDI, Pietro
Figlio del romanista Ilario, nacque il 13 nov. 1859 a Roma, dove si laureò in ingegneria nel 1883. Accanto alla sua attività professionale, presso la "Società italiana per condotte di acqua" a Roma, coltivò ricerche scientifiche, dapprima come assistente presso la scuola di applicazione per ingegneria a Roma, su problemi di matematica, di meccanica applicata alle costruzioni e soprattutto di idraulica (importante il Contributo alla teoria dei corsi d'acqua sotterranei,in Annali d. Soc. degli Ingegn. e Archit. ital.,XII [1897], pp. 118-134 e 169-180). Nel 1903 fu nominato socio ordinario della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei.
Nel 1904, con un'acuta critica dei metodi d'indagine fino allora seguiti (equazioni di Laplace a derivate parziali del secondo ordine; teoria dei pozzi comuni del Dupuit), formulò una originale conclusione (cfr. Problemi sul moto dell'acqua a traverso terreni permeabili,in Annali cit., XIX [1904], pp. 117-164); nel 1906, applicando al caso in esame considerazioni metodologiche tratte dall'acustica e dall'ottica, espose una sua interpretazione di un problema d'idrodinamica (cfr. Alcuni problemi sull'efflusso dai vasi,in Annali cit., XXI [1906], pp. 135-208); nel 1907, all'esame del fondamentale problema degli attriti dei liquidi in movimento (cfr. Sugli attriti dei liquidi in movimento,in Annali cit., XXII [1907], pp. 125-148, 149-164 e 187-200), accompagnò l'esposizione delle ricerche sull'argomento a partire dal XV secolo, mostrando di avere avvertito come un approfondimento storico della questione poteva mettere in nuova e migliore luce i punti ancora da risolvere.
Nel 1910 ottenne la libera docenza in ingegneria civile, e nello stesso anno, per potere restare a Roma, rinunciò alla cattedra di idraulica presso il politecnico di Torino, cattedra da lui vinta riuscendo primo nel concorso. Ottenne la libera docenza in idraulica nel 1912, e insegnò questa materia per incarico a Roma; dal gennaio 1919 fu professore incaricato d'idraulica generale alla scuola d'applicazione per ingegneri a Pisa.
Il collegamento dell'idrodinamica, fuori da ogni empirismo, ai problemi della fisica applicata alle macchine; l'applicazione, nell'indagine, della metodologia matematica e fisica; lo studio del problema delle acque correnti, in cui (sottoponendo ad attento esame le formulazioni analitiche del Boussinesq) l'A. introdusse il concetto delle "accelerazioni perturbatrici"; le ricerche sul regime delle sorgenti, diedero particolare rilievo all'attività scientifica dell'A., conclusasi solo con la morte avvenuta a Pisa, il 4 ag. 1921.
Bibl.: Oltre la commemorazione tenuta dal rettore dell'università di Pisa, E. Pinzani, durante la cerimonia inaugurale dell'anno accademico 1921-22, e la commemorazione tenuta dal presidente della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei (in Atti d. Pont. Accad. dei N. Lincei,LXXV [1921], p. 39), si veda l'elenco delle opere dell'A. (ibid.,LXXVI [1923], p. 39). Si veda ancora G. B. Ugolini, L'opera scientifica dell'ing. prof. P. A., ibid.,LXXV (1922), pp. 69 s.; G. B. Ugolini, Elenco delle pubblicazioni del prof. ing. P. A., ibid.,LXXVI (1923), pp. 127 a.