ALLIATA, Pietro
Di famiglia pisana trasferitasi in Sicilia nel corso del sec. XIV, esercitò la banca e la mercatura a Palermo, in società con Filippo nel 1441-1444, con Francesco nel 1466-1472, ed infine dal 1478 almeno fino al 1488 con la ragione "Pietro A. e socii". La principale attività di Pietro sembra essere stata più propriamente quella bancaria. Sono segnalate sue operazioni di cambio, per conto della corte nel 1466 (1.500 fiorini), di Bernardo Requesens nel 1467, per conto di persone o enti non precisati nel 1480 e nel 1486. Si registrano ancora a suo carico pagamenti effettuati per conto del tesoriere del Regno nel 1484-1485, e per conto del senato di Palermo nel 1490. Si sa anche di un'operazione di deposito avvenuta nel 1488.
Della sua attività di mercante resta solo qualche traccia: si ha notizia di due partite di frumento caricate per suo conto nel caricatore di Sciacca nell'ottobre e nel dicembre 1470.
Nelle linee di un processo di evoluzione economico-sociale caratteristico dei tempi, Pietro comprò da Carlo Luna nel 1496, quasi a concludere un cinquantennio di attività bancaria e mercantile, insieme con altri feudi minori, il territorio del monastero di S. Giorgio di Triocala (feudo di Triocala o di Troccoli), dove, dopo la sua morte avvenuta di lì a poco, il figlio Antonio fondò la terra di Villafranca, per la quale ottenne anche (il tutto con privilegio del 27 sett. 1499) il diritto di mero e misto impero. Antonio fu deputato del Regno nel 1508, e morì nel 1512.
Filippo, di cui non si conosce il preciso rapporto di parentela con Pietro, esercitò anche lui la mercatura e l'attività bancaria a Palermo a partire dal 1436. Fu in società, oltre che con Pietro, con Antonio dal 1445 al 1450. Effettuò pagamenti per conto del Tesoriere del Regno nel 1440-1441, 1445-1446, 1449-1450. Si ha notizia di sue operazioni di deposito nel 1443 e nel 1450, di prestiti alla Regia Corte nel 1445, di estrazione di merci (frumento?) nel 1450, di altre operazioni bancarie non precisate per conto dell'arcivescovo di Palermo nel 1449-1450. Nel 1448 vendette al mercante veneziano Matteo Contarini una partita di zucchero per l'importo di 300 onze.
Fra gli altri componenti della famiglia Alliata si fecero notare ancora Battista, Benedetto e Ranieri.
Di Battista si sa che tenne banco a Palermo nel 1435, anno in cui mutuò 60 onze alla Regia Corte ed eseguì pagamenti per conto del senato palermitano. Nel 1436 assicurò, insieme con altri, un carico di cuoio diretto da Cagliari a Palermo. Esercitò anche la mercatura, e si ha notizia di un suo acquisto di zucchero per 15 onze nel 1430. Cittadino palermitano, ma anche messinese dal 1433, fu senatore di Palermo per il 1437-1438.
Benedetto tenne banco a Palermo negli anni dal 1434 al 1441, esercitando contemporaneamente la mercatura. Si registrano a suo carico un rilevamento di credito e un anticipo di somme a Matteo da Vico, mercante a Palermo, per fornitura di panni nel 1434, un'operazione di cambio nel 1440, pagamenti per conto del tesoriere del Regno nel 1440-1441. Nel 1435 ottenne la concessione di una tratta per l'esportazione di frumento.
Ranieri s'investì della baronia di Castellammare l'8 giugno 1478; non si ha notizia di una sua partecipazione alle attività bancarie e mercantili della famiglia; risulta, però, che ricoprì importanti cariche nell'amministrazione cittadina palermitana. Fu senatore nel 1472-1473, capitano di giustizia nel 1487, pretore nel 1493, ma soltanto per pochi mesi, essendo morto in questo stesso anno.
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