ABBATI (dell'Abà, dall'Abà), Pietro Antonio (Petrus Antonius de Lendinara)
Figlio di Paolo, nacque verso il 1430 a Modena. Intagliatore in legno ed intarsiatore, è dal 1462 attivo con i fratelli Cristoforo e Lorenzo Canozzi da Lendinara, ai quali era legato più volte da parentela.
Già nel 1462 risulta cognato di Cristoforo; da fonti antiche, ma non da documenti, viene detto inoltre genero di Lorenzo. Più tardi, verso il 1478, un'altra sua sorella (Caterina o Cristina) sposò il figlio di Cristoforo, Bernardino, anch'egli intagliatore, come risulta da un rogito notarile (citato dal Campori, che però dice l'A. figlio di Ercole, in contrasto con tutti gli altri documenti che lo indicano come figlio di Paolo).
Dal 1462 al 1469 eseguì con Lorenzo Canozzi gli stalli del duomo di Modena e le tarsie del coro della basilica del santo a Padova (secondo M. Michiel, Notizia d'opere del disegno,avrebbe eseguito i postergali); nel 1473 era certo a Parma per lavori nella cattedrale, forse, come fu supposto da M. Caffi, intento a completare gli ultimi diciotto stalli.
Nel 1476-77 collaborò con Lorenzo Canozzi alle tarsie della sacrestia della basilica di Sant'Antonio a Padova. Con la morte dei Canozzi l'attività dell'A. diviene più autonoma, operando egli da solo a Treviso (1484) nel coro della chiesa di S. Francesco e poi, dopo l'ottobre dello stesso anno, a Vicenza per eseguire gli stalli nella chiesa della Madonna di Monte Berico su disegno di Bartolomeo Montagna; passò poi nel 1487 a Padova, ove per alcuni anni lavorò nella chiesa di S. Giovanni di Verdara, eseguendovi i banchi e le spalliere di legno del refettorio, gli stalli per il coro e i banchi della sacrestia, nel 1491, e l'anno dopo gli scaffali per la libreria. Nel 1492, il 18 settembre, risulta al servizio di Eleonora d'Este a Ferrara.
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò a lavori di architettura, per i quali si associò a Lorenzo da Bologna, che lo aiutava come tecnico di costruzione: così nel 1495-96 s'impegnò per una serie di lavori nella chiesa del Carmine di Padova, tra cui è di particolare importanza la costruzione della calotta della cupola da erigere in legno con un rivestimento di piombo. Contemporaneamente concorreva col suo socio per la costruzione della Loggia del Consiglio di Padova, presentando un suo modello, ma non fu prescelto. Sempre nel 1496 s'impegnava a costruire il chiostro grande di S. Giovanni di Verdara.
Nei primi mesi del 1497 fu invitato a costruire un modello in legno del soffitto della cappella di S. Antonio a Padova; ma già il 30 marzo questo modello subì un ritardo per la malattia dell'A., che solo più tardi riuscì a costruirlo, poco prima della morte, avvenuta dopo il 15luglio 1497 (in tale data accusava ricevuta d'un pagamento) e prima del 9 ag. 1497 (in tale data il suo socio Lorenzo da Bologna risulta ormai solo).
Fonti e Bibl.: Matthaei Colatii Siculi De fine Oratoris,Venetiis 1486; B. Burchelati, Commentariorum memorabilium multiplicis historiae tarvisinae locuples promptuarium,Tarvisii 1616, pp. 272, 485;M. Michiel, Notizia d'opere di disegno nella prima metà del sec. XVI...,pubbl. e illustrata da I. Morelli, Bassano 1800, pp. 4, 92; Notizia d'opere di disegno pubblicata e illustrata da Iacopo Morelli,ediz. riv. ed aum. per cura di G. Frizzoni, Bologna 1884, pp. 3-4; Der Anonimo Morelliano (Marcantonio Michiel's Notizie d'opere del disegno),I: Text und Uebersetzung von T. Frimmel, Wien 1888, pp. 2-4; D. M. Federici, Memorie trevigiane sulle opere di disegno dal mille e cento al mille ottocento...,I, Venezia 1803, p. 231; P. Donati, Nuova descrizione della città di Parma,Parma 1824, p. 21; B. Gonzati, La basilica di S. Antonio da Padova,I, Padova 1852, pp. 65,72, 76, 263 e doc. LIII alle pp. LVII-LVIII; G.Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi,Modena 1855, pp. 231-232, 369; L. N. Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara,II, 3, Ferrara 1868, pp. 243-244; P. Martini, D'una relazione sopra industrie ed arti che servono agli edifiai,in Arch. stor. ital.,s. 3, X, 1 (1869), p. 192; M. Caffi, Dei Canozzi o Genesini Lendinaresi, maestri di legname del sec. XV celebratissimi,Lendinara 1878, pp. 26, 28 s, 36-40, 44, 47; G. Biscaro, Pietro Lombardo e la cattedrale di Treviso,in Arch. stor. dell'arte,s. 2, III (1897), p. 143; G.Fiocco, Lorenzo e Cristoforo da Lendinara e la loro scuola,in L'Arte,XVI (1913), pp. 280, 282, 322, 334, 339-340; G. Zorzi, Contributo alla storia dell'arte vicentina nei secc. XV e XVI,in Miscell. di storia veneta,s. 3, X (1916), pp. 92, 165 s. (ma l'A. viene erroneamente detto Pietro Paolo Canozzi da Lendinara, per il fatto che nel documento 37, ove è ricordato, lo si dice Petrus Paulus de Lendinara);E. Rigoni, P. A. degli A. da Modena e Lorenzo da Bologna ingegneri architetti del XV sec.,in Atti e Mem. d. Acc. di Padova,n.s., L (1932-34), pp. 385-416; G. Gasparotto, S. Maria del Carmine di Padova,Padova s.d. [ma 1955], pp. 122, 144, 161-166, 178, 182 s., 185, docc. XIX-XXI alle pp. 390-393; G.Fiocco, Le tarsie di P. A. degli A.,in Scritti di storia dell'arte in onore di Lionello Venturi,Roma 1956, I, pp. 239-254 (rapida, ma completa monografia sull'A.); Inventario delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Vicenza,I, Le chiese,a cura di E. Arslan, Roma 1956, pp. 69, 184, tavv. XXXVIII, CI; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, pp. 7-8.