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BIANCHI, Pietro Antonio

di ** - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BIANCHI (de Bianchi, Bianco, de Blanchis), Pietro (Pier) Antonio

**

Nacque a Venezia circa il 1540. La prima notizia della sua attività di compositore è data nel 1572 dalla stampa del Primo libro delle canzoni napolitane à tre voci... Nuovamente poste in luce (Venezia, G. Scotto), venticinque "villanelle" alla napoletana. S'ignora se avesse impegni musicali a Venezia; secondo l'Alberici, era canonico alla chiesa di S. Salvatore. Il 1º nov. 1578 fu assunto come tenore alla cappella di corte a Graz, forse per opera del maestro della cappella, il veneziano S. Gatto, incaricato dall'arciduca Carlo II d'Asburgo. A Graz il B. non tardò a farsi apprezzare: già dal 1579 veniva segnato fra i cappellani di corte (anche se all'ultimo posto) ; al 1º settembre gli fu accordata una quota addizionale annua di 25 fiorini, oltre ai 12 mensili del suo stipendio come tenore; in due elenchi di Stato, del 1578 e del 1590 era salito al terzo posto nella graduatoria dei cappellani di corte, per poi raggiungere più tardi il primo. Nel frattempo (1582) aveva pubblicato a Venezia, presso A. Gardane,Il primo libro de madrigali a quattro voci... Nuovamente composti & dati in luce: nel dedicare queste composizioni al mastro ereditario di caccia dell'arciduca Carlo II, Georg Kisl, le definiva "primo parto" del suo "infecondo ingegno", forse volendole considerare musicalmente più serie e più valide delle precedenti villanelle. Dopo la morte dell'arciduca Carlo II (1590) la vedova Maria di Baviera lo ritenne al suo servizio, e il 1º febbr. 1595 il B. successe al Gatto come maestro di cappella; in questa data appare anche come "elemosiniere" (e forse già confessore) dell'arciduca Ferdinando II. Con tali uffici importanti e delicati è qualificato nel registro del 1º luglio 1596 di Ferdinando II; la benevolenza di cui godeva il B. a corte gli venne testimoniata con incarichi e benefici: verso la fine del 1598 l'arciduchessa Maria lo volle, infatti, al suo seguito in un viaggio in Spagna, durante il quale egli dovette interessarsi anche di ricercare musicisti adatti alla cappella di Ferdinando II. Per lo stesso motivo o per acquistare musiche e strumenti si recò sovente a Venezia, tra il 1601 e il 1604. Nel 1603 la sua posizione di prestigio fu accresciuta dal beneficio della collegiata di Nostra Signora Maria Saal in Carinzia (l'antica S. Maria in Solio), notevole sede vescovile della diocesi salisburghese. Nel 1608 accompagnò con tutta la cappella Ferdinando II a Regensburg e questo fu forse il suo ultimo viaggio ufficiale. Nell'autunno del 1609 faceva pubblicare a Venezia, da A. Gardane e fratelli, una raccolta di venti motetti,Sacri concentus octonis vocibus,tum vivae vocis,tum omnium instrumentorum genere decantandi, che dedicava a Ferdinando II. Morì a Graz verso la fine di gennaio 1611, poiché fu sepolto il 2febbraio, lasciando come suo successore temporaneo il vicemaestro M. Ferrabosco, che gia lo aveva coadiuvato dal 1603.

Della sua produzione non rimangono stampate che le tre raccolte citate. Il madrigale a quattro voci,Non è ver ch'a un bel sole, venne incluso nella raccolta De fiori del giardino di diversi excellentissimi autori. Seconda parte à quatro,cinque & sei voci, Norimberga, appresso Paulo Kauffman, 1604; quattro motetti,Sub tuum praesidium,In Domine confido,Domino,non est exaltatum e Aqua sapientiae, tratti dai Sacri concentus del 1609 (di cui fu pubblicata separatamente la parte del basso con il titolo Partimento de Bassi per l'organo delli Mottetti a otto voci... Novamente composti & dati in luce, Venezia1609, Gardane), furono inseriti nella raccolta di AbrahamSchade (Schadeus),Promptuarii musici,sacras harmonias sive motetas V. VI. VII. & VIII. vocum, Argentinae, typisCaroli Kiefferi sumptibusPauli Ledertz, 1611; un altro,Aspiciens a longe, si trova manoscritto nella Proske-Bibliothek a Regensburg (ms. 996, 26). Il motetto a cinque voci, In coena Domini: Tristis es anima mea, nondella raccolta del 1609, è conservato nellaNationalbibliothek di Vienna (ms. 16704, ff. 219 v-226), mentre quello che segue (a ff. 226 v-235) nello stessocodice viennese, attribuito dall'Eitner alB., è soltanto l'ultima partedi Septem verba Domini Iesu Christi, acinque voci, di Orlando di Lasso (Federhofer, 1954). La Universitätsbibliothek di Lubiana possiede anche una messa a otto voci,Super percussit Saul mille (ms. 341), una serie di otto litanie a quattroe asei voci (Litaniae Spiritus Sancti ex sacra scriptura depromptae; L. sacrae,de sanguine Domini nostri Iesu Christi; L. de sancto Michaele archangelo; L. sacrae de Angelis; L. de Apostolis; L. de Martyribus; L. de Confessoribus; L. de Virginis) e un'Ave Regina, a cinque voci (ms. 344). Le litanie furonoprobabilmente composte nel 1598, durante il viaggio in Spagna; le prime sei della serie, a quattrovoci, si trovano anche, con il testo mutato, nella Universitätsbibliothekdi Graz(ms. 97).

Come compositore della scuola veneziana, il B. non mostra grandi virtù musicali, anche se i suoi madrigali (come sospesi, per l'Einstein, frammezzo al pacato stile del vecchio madrigale e alla vivacità della canzonetta) e i suoi mottetti (figurati e basati sul principio del contrasto) possono destare qualche interesse. Secondo il Federhofer, in questi due generi il B. ha dato il meglio di sé, rimanendo insensibile al gusto e all'influsso del nuovo stile monodico, che proprio a Venezia e a Roma, sullo scorcio del sec. XVI e i primi anni del XVII, era in piena ascesa e assumeva le forze direttive del cammino musicale. Ma il merito principale del B. resta quello di aver chiamato e organizzato alla corte di Graz molti musicisti italiani, veneziani o di cultura veneziana, e di aver così contribuito largamente non solo alla diffusione del loro stile, ma anche allo sviluppo successivo della scuola italiana in Germania, le cui scuole erano ad essa più vicine (per posizioni geografiche e per motivi di ordine storico e per rapporti personali, da maestri ad allievi, nei posti di guida che quei musicisti ottennero in seguito nelle varie corti). Anche dopo la morte del B. continuò a Graz la predilezione per i musicisti italiani e quando Ferdinando II, eletto nel 1619 imperatore d'Austria, trasferì a Vienna la sua residenza, la cappella di corte di Graz fu in grado di ascendere al ruolo di cappella imperiale, "senza che nello stesso tempo, come Einstein ammetteva, fosse avvenuta una fusione con la cappella di corte viennese del defunto imperatore Mattia... Soltanto ora si avvia una tradizione all'interno della cappella viennese, ed ancora in quella dell'imperatore Ferdinando III (dal 1637)..., è documentabile una serie di musicisti della passata cappella di Graz" (Federhofer, 1954).

Bibl.: G. Alberici,Catalogo breve de gl'illustri et famosi scrittori venetiani, Bologna 1605, p. 77; J. B. de La Borde,Essay sur la musique ancienne et moderne, III, Paris 1780, p. 253; A. Einstein,Italienische Musik und italienische Musiker am Kaiserhof und an den erzoglichen Höfen in Innsbruch und Graz, in Studien zur Musikwissenschaft, 21 (1934), pp. 29, 30, 31; H. Federhofer, P. A. Bianco und seine Vorgänger Andreas Zweiller und Pietro Ragno an der Grazer Hofkapelle, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, 38 (1954), pp. 55-83; Id.,Graz court musicians and their contributions to the "Parnassus musicus Ferdinandaeus" (1615), in Musica Disciplina, IX (1955), pp. 168 s.; R. Eitner,Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 31; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 258, s. v. Bianco.

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