ARON (Aaron), Pietro
Nato a Firenze nel 1490 circa, morto a Venezia nel 1545, fu canonico a Rimini, poi monaco dei Crociferi a Bergamo, Padova, Venezia. Scrisse: Libri III de institutione harmonica (1516, interprete G. Antonio Flaminio), Il Toscanello in musica (1523-25-29-39-62), Trattato della natura et cognitione di tutti gli tuoni di canto figurato (1525), Lucidario in musica di alcune opinioni antiche e moderne (1545) e Compendiolo di molti dubbi segreti et sentenze intorno al canto fermo et figurato (s. a.). In lui, teorico geniale con chiare idee proprie, si trova matura la necessaria semplificazione della solmizzazione (v.) fattasi ormai intricata. Ammise in teoria la liberazione dalle vecchie leggi del contrappunto per la scelta degl'intervalli nel loro seguito, liberazione allora già attuata nella pratica. È il primo nei cui scritti si dichiari invecchiata la maniera di comporre l'una dopo l'altra le varie voci della polifonia; ed anche in ciò ammise nella teoria la pratica già usuale di comporre tutte le voci assieme. Ebbe parte nell'opera laboriosa di precisazione dei rapporti acustici nella misura degl'intervalli, che tanto appassionò i teorici fra il Quattro e il Cinquecento, e fu uno di quelli che contribuirono a trovare (in teoria) il temperamento nell'accordatura degli strumenti a tastiera. Il Toscanello mostra come la teoria cominciasse a capire il valore dell'accordo di tre suoni, invero quasi un secolo dopo la pratica. Diede una serie di "cadenze ordinate" per chiudere sui varî gradi della scala diatonica, che costituisce un primo germe di logica nell'incatenamento armonico.
Bibl.: A. Catelani, P. A., 1851; H. Riemann, Geschichte der Musiktheorie, Lipsia 1919.