AVONDO, Pietro
Nacque a Serravalle Sesia il 3 dic. 1760. Dedito sin da giovane al commercio e ai traffici, specie nei territori di Vercelli e del Monferrato iniziò la sua attività industriale nel 1788, allorché prese in affitto la cartiera di Serravalle dei conti Salomone.
L'arte cartaria nella Valsesia risaliva a diversi secoli addietro. Se ne trovano tracce già nel sec. XIV, ma è verso la fine del '500 che, forse per influenza degli Spagnoli, padroni del confinante ducato di Milano, essa si propagò per tutta la valle: a Borgosesia, a Valduggia, a Crevacuore, a Coggiola, a Rocca Pietra e inoltre a Serravalle, dove trovò intelligenti imprenditori nella famiglia dei Salomone, divenuti proprio in quel periodo signori del luogo col titolo comitale. Sul finire del sec. XVII, tuttavia, quest'industria era in piena decadenza, ed è merito appunto della famiglia Avondo, di cui Pietro era l'elemento dirigente, di averla riportata a nuovo splendore.
Intraviste le possibilità di sviluppo dell'impresa, nel 1800 l'A. acquistò dagli eredi del conte Salomone non solo la cartiera, ma anche il castello con gli annessi mulini e il canale che li alimentava, per sessantamila lire italiane. Da quel momento la cartiera di Serravalle conobbe un ininterrotto sviluppo: aumentarono i tini, si adottarono i cilindri olandesi (il primo, importato dall'Inghilterra, fu impiantato nel 1811), si costruì una nuova fabbrica accanto alla vecchia, opera per la quale furono necessari importanti lavori idraulici. Gli Avondo cercarono poi di estendere la loro attività nella valle: nel 1812 il primo figlio dell'A., Giovanni Battista, affittò la cartiera di Baraggione presso Borgosesia. Dopo venticinque anni di attività l'azienda contava quattro cilindri olandesi, quattro batterie e dodici tini, per una produzione giornaliera di duecentocinquanta chilogrammi di carta. Ma già da tempo ormai l'A. non era più alla testa della sua azienda, che nel 1812 aveva trasmesso, sotto la ragione sociale "Fratelli Avondo", ai figli Giovanni Battista (m. 1848), Francesco (1780-1857) e Antonio (1798-1843). Nel 1838 fu introdotta la prima macchina continua Robert, che naturalmente rivoluzionò la produzione fondata sino allora esclusivamente sulla lavorazione a mano. L'aumento della produzione non ebbe mai sosta; ma le carte Avondo, fossero esse veline o vergate o filigranate o da disegno, erano soprattutto apprezzate in Italia e all'estero per la loro alta qualità e la loro bianchezza. Numerosi furono i riconoscimenti ufficiali ch'esse meritarono nelle esposizioni industriali, da quella di Torino del 1829 a quella di Firenze del 1861, a quella di Londra del 1862, ecc. Nel 1849 la gestione della cartiera passò alla terza generazione industriale della famiglia Avondo: a Pietro Felice (1819-1882), figlio di Giovanni Battista, e a Carlo Alberto (1827-1890), figlio di Antonio. L'esigenza di disporre di più largo capitale per dotare l'azienda dei più moderni impianti e permetterle di gareggiare validamente sul mercato europeo, portò alla costituzione nel 1873 della società anonima "Cartiera Italiana" di Torino, con capitale di trenta milioni. Per la fabbrica di Serravalle Sesia cominciò così un nuovo periodo di espansione: alla fine del secolo, grazie anche alle forti ordinazioni statali, essa impiegava già circa mille operai per una produzione di oltre otto milioni di chilogrammi.
Bibl.: G. Sezzano, La carta presso gli antichi e i moderni, Torino 1874, pp. 50 ss.; S. Pozzo, Il Comune di Serravalle-Sesia, Biella 1875, pp. 147 ss.; C. Porrea, Cartiere biellesi, in Bollett. stor. per la prov. di Novara, XXII(1928), pp. 314-333; E. Corbino, Annali dell'econ. ital., I, Roma 1931, p. 110; A. Fossati, Lavoro e produz. in Italia, Torino 1951, pp. 186 s., 258 s.