BARBO, Pietro
Originario di Soncino, si addottorò in giurisprudenza, secondo il Panciroli nel 1454, a Padova, dove poi insegnò, sembra per tutta la vita, diritto civile. Nel 1464 e nel 1472 il B. è menzionato lettore ordinario di diritto civile di sera. Giunse ad avere, attraverso progressivi aumenti, un salario di 350 ducati. -La sua reputazione di consulente fu alta, non solo in materia di diritto privato, ma anche in materia di diritto 1 pubblico e di politica. Secondo il Facciolati i governanti veneziani lo avrebbero spesso consultato. Quanto all'attività di magistrato in varie città dell'Italia settentrionale, attribuitagli da alcuni fonti, essa è da riferirsi invece ad un altro Barbò.
Dell'opera del B. ci restano a stampa: a)quattro consigli in materia penale "per viam allegationum", in G. B. Ziletti, Criminalium consiliorum seu responsorum..., I, Venetiis 1560, pp. 223-229 (n. 95), 229-231 (n. 96), 231-236 (n. 97), 237-240 (n. 98), e nella successiva ristampa, Venetiis 1562; b) un consiglio in materia penale, in G. B. Ziletti, Ci-iminalium..., II, Venetiis 1560, pp. 161-166 (n. 69); c) un consiglio in materia penale, in G. B. Ziletti, Consiliorum seu responsorum ad causas criminales..., I, Venetiis 1566, cc. 85v-86r (n. 96), e nella ristampa, Venetiis 1582; d)un consiglio in materia penale, in G. B. Ziletti, Consiliorum..., Il,Venetiis 571, cc. 54v-55r (n. 42), e nella ristampa, Venetiis 1579; e)tre consigli in materia ereditaria e dotale, in G. B. Ziletti, Responsorum quae vulgo consilia vocantur ad causas ultimarum voluntatum, successionum, dotium et legitimationum, I, Venetiis 1581, cc. 156r-159r (n. 138, rectius 137), 159r160v (n. 138), 162rv (n. 142); f) quattro consigli in materia ereditaria e di legittimazioni, in G. B. Ziletti, Consiliorum sive maius responsorum ad causas ultimarum voluntatum, successionum, dotium et legitimationum, lj, Venetiis 1581, cc. 16v-17r (n. 15), 17rv (n. 16), 17V-19r (n. 17), 20-23r (n. 21); g) tre consigli in cause matrúnoniali (che sarebbero già stati in precedenza pubblicati, secondo il MazzucheW, in una edizione di Lipsia), in G. B. Ziletti, Consiliomm matrimonialium... volumen primum..., Venetiis 1572, pp. 61-66 (n. 24), 66-68 (n. 25), 99-103 (n. 41), gli stessi sono ristampati in Consilia matrimonialia, I, Francofurti 1580; h) due consigli, in G. B. Marcianese, Responsorum seu consiliorum ad diversas causas... volumen primum,Venetiis 1573, CC. 28V-29V (n. 6) e cc. 175V-177r (n. 75): nel primo dei due l'autore è indicato come "Petrus de Soncino senior", "iura civilia de mane legens" (a Padova). Per entrambi gli scritti non vi è dubbio che la paternità sia del B., che appare qui, diversamente dagli altri passi che ricordano le sue qualifiche universitarie, lettore di mattina. Sarebbe invece un "Petrus de Soncino alter" l'autore dei consiglio che dovrebbe trovarsi a C. 54 del II volume della stessa raccolta di consigli curata dal Marcianese.
Allegazioni manoscritte del B. si trovano, poi, a Ravenna, nel ms. 485 della Biblioteca Ciassense, e a Venezia nel MS. 2324 della Biblioteca nazionale Marciana, mentre una ricerca che si estendesse alle collezioni di consigli inediti conservati in altre biblioteche potrebbe certamente dare, per il B. consulente, nuovi risultati: come, del resto, non èimprobabile che del B. professore siano conservati, benché ignoti ai biografi e in parte forse anche ai bibliografi, manoscritti delle lezioni "super Digesto Veteri et VI Codicis", delle quali fanno cenno lo Scardeone e il Papadopoli. Che il B. avesse scritto molto in o ordinarias partes vespertinas" afferma Marco Mantova Benavides, che ne vide i manoscritti, mai pubblicati.
Il B. si firma nei suoi consigli a volte "Petrus de Soncino" (e "Petrus de Soncino senior"), a volte "Petrus de Barbobus de Padua", ma anche "Petrus de Barbobus de Soncino de Paduá". Le due ultime dizioni fanno pensare che il B. avesse ottenuto la cittadinanza padovana, dando origine ai Barbò padovani, o, meglio, a un altro loro ramo, poiché a Padova ne esisteva già uno, discendente da un Giacomo rifugiatosi in quella città al tempo di Matteo Visconti. Secondo il Panciroli, il B. insegnò per ventotto anni, secondo altri (Arisi) per trentadue. Il Papadopoli pone la morte del B. nel 1479, il Facciolati nel 1482, il Mantova lo dice fiorire nel 1494 e afferma anche che morì ancora abbastanza giovane. La data più verosimile di morte è comunque da ritenersi il 1482.
Il B. professore padovano va tenuto distinto dall'omonimo Pietro B., anch'egli soncinate, vissuto nella prima metà del sec. XV. Quest'ultimo fu cavaliere aurato e professore di diritto a Pavia. Fu podestà di Alessandria, Novara, Parma, Piacenza, Milano, governatore di Genova per il duca Filippo Maria Visconti, podestà infine di Cremona nel 1450. Nel 1453 questo Barbò doveva essere già morto.
Bibl.: B. Scardeone, De antiquitate urbis Patavii et claris civibus Patavinis, libri tre$ in quindecim classes distincti, Basileae 1560, libro II classe VIII, p. 176; G. Panciroli, De claris legum interpretibus,Lipsiae 1721, p. 189; M. Mantova Benavides, Epitome virorum illustrium..., in G. Panciroli, op. cit.,p. 485; F. Arisi, Cremona literata, I, Parmae 1702, p. 268; N. Papadopoli, Historia Gymnasii patavini, I, Venetiis 1726, p. 226; J. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini.-Patavii 1757, p. 50; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 323 s.; V. Lancetti, Biografia cremonese..., II, Milano 1820, pp. 69 s.; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, p. 74; P. Ceruti, Biografia soncinate,Milano 1834, pp. 49-51; J. Valentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum Codices manuscripti latini, III, Venetiis 1870, p. 41.