BEGGIAMO, Pietro
Appartenente a una delle più antiche famiglie del Piemonte, che per tradizione capeggiava la fazione guelfa di Savigliano, il B. nacque in tale città da Corrado nel 1362, secondo alcuni, nel 1374 secondo altri.
Entrato al servizio di Amedeo principe di Acaia, partecipò nell'ultimo decennio del sec. XIV alle lotte contro i marchesi di Saluzzo e di Monferrato, distinguendosi, a quel che pare, durante l'assedio di Monasterolo contro Tommaso II di Saluzzo nel 1394.
All'inizio del nuovo secolo - la data precisa non è nota - Amedeo di Acaia lo inviò a Mondovì, dove risulta capitano del popolo nel 1402 e nel 1404. Nell'aprile di quest'anno si recò a Genova alla testa di un'ambasceria, cittadina per trattarvi una questione riguardante la diocesi di Mondovì.
Morto il principe Amedeo nel 1402, il B. passò al servizio del fratello e successore Ludovico d'Acala, che, dopo averlo nominato suo scudiero nel 1405, si servì di lui per numerose missioni diplomatiche, delle quali si hanno solo poche e imprecise notizie.
È, certo che nel 1412 si recò a Buda, insieme con Ottobono Belloni, presso l'imperatore Sigismondo per sollecitare, in nome del principe, un privilegio imperiale per la nuova università di Torino, fondata da Ludovico: nel 1405. L'ambasceria ebbe successo: il 1° luglio 1412 l'imperatore rilasciò il privilegio richiesto. Nello stesso 1412 - forse in ricompensa della missione brillantemente eseguita - Ludovico concesse al B. il feudo di Sant'Albano, che, elevato in contea nel sec. XVI, rimase in possesso della famiglia Beggiamo fino alla sua estinzione verso la fine del sec. XVIII. Di altre ambascerie del B. ai, re di Castiglia e di Aragona, alle quali accenna il suo epitaffio, non si hanno notizie precise.
Dopo la morte del principe Ludovico nel 1418, con la quale si estinse, il ramo dei Savoia-Acaia, il B. pare sia passato al servizio del duca Amedeo VIII di Savoia, del quale risulta scudiero. Con tutta, probabilità però il B. lasciò allora la politica attiva, ritirandosi a Savigliano. Solo nel 1431 si hanno di nuovo sue notizie: in quest'anno si recò come ambasciatore di Savigliano presso Amedeo di Savoia per certi contrasti sorti nella città, fra nobili e popolari. Nel 1434 infine fu governatore di Vercelli.
Il B., che aveva sposato Elena Raschieri di Chieri, morì senza lasciare figli il 26 giugno 1436 a Savigliano, dove fu sepolto nella chiesa di S. Domenico.
II bel monumento sepolcrale in marmo bianco che lo rappresenta come guerriero e cavaliere (il B. fu cavaliere del Santo Sepolcro) si conserva ora nel Museo civico di Torino.
Fonti e Bibl.: Documenti inediti sulla storia del Piemonte al tempo degli ultimi principi di Acaia (1383-1418), a cura di F. Gabotto, in Miscell. di storia-italiana, s. 3, III (1896), pp. 189, 301-303; C. Tenivelli, Biografia piemontese, decade seconda, Torino 1785, pp. 47-63; C. Novellis, Biografie di illustri saviglianesi, Torino 1840, pp. 29-35; V. Promis, Monumento di Pietro Beggiamo nel Museo Civico di Torino, in Atti d. Soc. di archeol. e belle arti per la prov. di Torino, I (1875), pp. 371-379; F. Gabotto, Gliultimi principi d'Acaia e la politica subalpina dal 1383 al 1407, Pinerolo 1897, pp. 293, 373; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 219; E. Morozzo della Rocca, Le storie dell'antica città del Monteregale ora Mondovì in Piemonte, III, 2, Mondovì 1907, pp. 179, 189, 191, 244.