BELLOTTO, Pietro
Pittore. Nacque a Volciano, sulla riva bresciana del lago di Garda, nel 1627, morì a Gargnano del Garda nel 1700. Studiò a Venezia nella fiorente scuola del padovano Girolamo Forabosco, che seguì specialmente come ritrattista e come figurista. Dipinse soprattutto vecchi e vecchie, con accuratezza, ma con minore pastosità del maestro e con predilezioni per le tinte ceree e notturne, in cui precedette Bernardo Bellotto, che si deve ritenere suo nipote, al pari di un altro Pietro Bellotto vedutista, forse di lui fratello, che si era trapiantato a Nantes intorno al 1768, detti entrambi Canaletto per via della madre, sorella del celebre Antonio (v. sopra). Il suo fare si vede specialmente nell'Uomo che legge della Pinacoteca di Brera, assegnatogli per antica attribuzione, e nella Vecchia che fila, la cosiddetta Lachesi di Stoccarda (firmata e datata 1654), a cui corrispondeva una mezza figura di vecchio, conservataci in copia nel museo di Feltre. Agli Uffizî se ne ha l'autoritratto, del pari firmato e datato 1651. Ed è sua in Palazzo Ducale, nella sala dello scrutinio, la Storia di Margaritino. Lavorò in Germania (a Monaco specialmente), a Milano e a Mantova, oltreché nel Veneto, ma, ad onta dei guadagni, morì in miseria.
Bibl.: G. Nicolini, Ombre del pennello glorioso di P. B., Venezia 1659; Thieme-Becker, Künstl.-Lex., III; Fiocco, La pittura veneziana, Verona 1929.